L’importanza dello studio
Oggi partiamo dalle parole di Corrado Augias per riflettere sull’importanza dello studio.
Cos’è lo studio? Corrisponde solo all’apprendimento mnemonico ed asettico di concetti oppure è qualcosa di più? Quanti insegnanti, genitori ed inevitabilmente studenti vanno al di là del mero nozionismo asettico per concentrarsi invece su una dimensione che è vitale e centrale?

La scuola che ruolo deve assumere in tal senso? Riesce ad proporsi come organismo vivo e vitale con tutti i suoi attori?
Ricordo ancora la domanda che fece il professore di filosofia il primo giorno di liceo:
“A che serve studiare? Chi sa rispondere?”.
Qualcuno osò rispostine educate: “a crescer bene”, “a diventare brave persone”. Niente, scuoteva la testa. Finchè disse: “Ad evadere dal carcere”.
Ci guardammo stupiti. “L’ignoranza è un carcere. Perchè là dentro non capisci e non sai che fare.
In questi cinque anni dobbiamo organizzare la più grande evasione del secolo. Non sarà facile, vi vogliono stupidi, ma se scavalcate il muro dell’ignoranza poi capirete senza dover chiedere aiuto. E sarà difficile ingannarvi. Chi ci sta?”.
Mi è tornato in mente quell’episodio indelebile leggendo che solo un ragazzo su venti capisce un testo. E penso agli altri diciannove, che faticano ad evadere e rischiano l’ergastolo dell’ignoranza.
Uno Stato democratico deve salvarli perchè è giusto. E perchè il rischio poi è immenso: le menti deboli chiedono l’uomo forte.

Cosa ne pensate?
Maria Domenica Depalo