Primo maggio

Celebriamo il primo maggio con questa celeberrima immagine e con la speranza che a tutti venga garantito il diritto al lavoro ma soprattutto la propria sicurezza e salute.
Il lavoro è vita ma anche fonte di speranza: ricordiamolo.
In attesa della Relazione annuale Inail, che metterà a disposizione informazioni più consolidate rispetto a quelle ricavabili dalle rilevazioni mensili, i primi dati del 2023 evidenziano che il calo del 16,1% delle denunce di infortunio è la sintesi del -19,2% dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 607.806 del 2022 ai 491.165 del 2023, e del +4,7% di quelli occorsi in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, da 89.967 a 94.191. Analizzando l’andamento per classe di età dell’infortunato, emergono diminuzioni in tutte le fasce a eccezione di quella degli under 20, che registra un aumento dell’11,7%, da 73.862 a 82.493 casi. Su questo incremento può aver influito l’estensione della tutela assicurativa degli studenti prevista per l’anno accademico 2023-2024 dall’articolo 18 del decreto legge 48/2023.
Il calo è molto più consistente tra le lavoratrici (-27,6%) rispetto ai lavoratori (-8,1%). In ottica di genere il calo degli infortuni denunciati è l’effetto di una riduzione del 27,6% per le lavoratrici, dai 286.522 casi del 2022 ai 207.484 del 2023, rispetto al -8,1% dei lavoratori, da 411.251 a 377.872. La quota femminile si attesta nel 2023 al 35% degli infortuni contro il 41% del 2022, un anno caratterizzato ancora da un elevato numero di contagi, soprattutto tra le donne. L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente al Sud (-20,6%) e nel Nord-ovest (-19,6%), seguiti da Isole (-18,6%), Centro (-15,9%) e Nord-est (-9,9%), con i maggiori decrementi percentuali in Campania (-35,6%), Liguria (-31,5%), Molise (-26,8%) e Lazio (-24,7%). (tratto da https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-dati-inail-infortuni-mp-2023.html)

Tuttavia gli infortuni mortali sul lavoro sono ancora troppi. Fonti INAIL riportano come nel 2023 siano morte 15 persone: troppe.
Risultano in aumento anche le patologie legate al lavoro, le cosiddette malattie professionali, molte delle quali relative al sistema osteomuscolare e tessuto connettivo. Per non dimenticare quelle legate al sistema nervoso (troppi i casi di stress, burn-out e di patologie legate alla sfera dell’ansia e della depressione), all’orecchio nonché all’apofisi mastoide.
Sempre l’INAIL sottolinea purtroppo l’incremento, se pur sensibile, dei tumori. I casi sono passati dai 1.630 del 2022 ai 2.018 del 2023 (+23,8%).

Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
(Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art. 23, 1948)
Maria Domenica Depalo
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