Finché il caffè è caldo

Finché il caffè è caldo

Suggestione, sogno e magia ma soprattutto fiducia e speranza: ecco le parole alle quali ho pensato mentre leggevo questo piccolo capolavoro di Toshikazu Kawaguchi.

photo©MariaDomenicaDepalo

Le storie degli avventori di un piccolo caffè, così apparentemente diverse per radici e passato, in realtà appaiono accumunate da dolori così simili nella loro intensità da renderle parte di un’unica storia, quella umana.


Sulla caffetteria, luogo principe della narrazione nel quale si incontrano tutti i personaggi del romanzo, sembrano aleggiare mille misteri e strane leggende.
Bevendo un semplice caffè sembra infatti che sia che sia possibile parlare di nuovo con la persona amata e perduta come accade a Fumiko, rivivere momento felici o persino avere un assaggio del futuro come accade a Kei.


Tuttavia bisogna assolutamente finire di bere il caffè prima che si freddi. Se non si rispetta questa regola si rischia di restare intrappolati nel passato e di diventare un fantasma.

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Per quanto il passato sia immutabile, i nostri personaggi scoprono che ciò che conta è il presente con tutto il suo insieme di potenzialità e possibilità.

Ho amato “Finché il caffè è caldo” da subito, sin dalle prime parole che ho letto. La delicatezza del racconto riesce infatti a contrastare la durezza del dolore e della tristezza delle vicende dei personaggi e a dare al lettore quel velo di bellezza che sottende alla speranza.

Senza alcun dubbio, lo consiglio a tutti.


Maria Domenica Depalo