La letteratura ed i libri salvano sempre.

Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge.
E alle superiori i ragazzi vanno lasciati andare a scuola senza protezioni, lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in età adulta.
E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? E’ folle.
Guardiamo sui treni: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare. Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”.

Umberto Galimberti

Le parole evidentemente provocatorie di Umberto Galimberti ci portano a riflettere su una serie di aspetti come ad esempio il ruolo dei genitori nella scuola. Indubitabile e fondamentale, la loro presenza talvolta sembra stridere nel momento in cui il docente svolge una funzione che viene interpretata come punitiva ma che in realtà si configura come educativa. I ragazzi devono avere l’opportunità di crescere, commettere errori e maturare ma soprattutto di diventare adulti consapevoli.

A colpirmi particolarmente è questo passaggio “a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio”.

Appare evidente come Galimberti si scagli contro l’imperare delle tecnologie e di una digitalizzazione che sembra prendere sempre più piede a discapito di una dimensione, quale quella umana, di cui spesso si fanno portavoce i libri.

D’altronde essi aiutano a sviluppare una coscienza e, con le parole, a formulare i pensieri. E non è una cosa scontata.

Voi cosa ne pensate?

Maria Domenica Depalo

L’apprendimento

Il filosofo e studioso Umberto Galimberti spesso e volentieri si occupa di scuola ma soprattutto di apprendimento, sottolineando come “imparare” non possa essere identificato solo con il mero atto di acquisire passivamente nozioni, dati e numeri.

È necessario quindi riflettere sulla consapevolezza della necessità di un legame ineluttabile e stretto tra apprendimento e passione. Infatti se ci si appassiona alla materia, si impara meglio ma soprattutto si fanno proprie quelle nozioni che saranno utili non soltanto ai fini di una buona e felice carriera scolastica ma soprattutto ad un’evoluzione personale ed individuale importante e preziosa.

fonte: pixabay.com

Un ruolo importante a tal proposito va svolto proprio dagli insegnanti che devono essere in grado di incuriosire e di coinvolgere attivamente gli studenti nel processo formativo e apprenditivo. Solo chi riesce ad appassionare infatti, riesce ad insegnare. Proprio per questo ho deciso di pubblicare alcune parole proprio di Galimberti e legate a questo tema.

Sono sicura che non potranno che indurre a riflessioni attente ed oculate.

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𝐋’𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, lo dice Platone, 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐯𝐢𝐚 𝐞𝐫𝐨𝐭𝐢𝐜𝐚. Noi stessi abbiamo studiato volentieri le materie dei professori di cui eravamo innamorati e abbiamo tralasciato quelli di cui non avevamo alcun interesse.
A scuola è importante saper appassionare perché gli adolescenti vivono l’età per cui l’unica cosa che conta è l’amore, e se gli adolescenti si occupano dell’amore bisogna andare là a cercarli. 𝐀𝐭𝐭𝐢𝐫𝐚𝐫𝐥𝐢 𝐚 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐛𝐫𝐞𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐨𝐢 𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞. Se invece si scarta la dimensione emotiva, sentimentale, affettiva allora non si arriva neppure alle loro teste.
(Cit. di Umberto Galimberti)

Maria Domenica Depalo