In che modo ci relazioniamo alla realtà che ci circonda e ai problemi nei quali ci imbattiamo inevitabilmente tutti i giorni?
Qual è l’approccio giusto? Ce n’è uno solo o più di uno? Attenzione: questa volta non parleremo dell’atteggiamento, che è fondamentale, ma proprio della tipologia di pensiero e capacità di cogliere le relazioni e di elaborare possibili soluzioni.
Parleremo di due tipologie di pensiero: quello divergente e quello convergente.

Il primo in particolare corrisponde alla capacità di elaborare non una ma molteplici e altrettanto possibili e valide soluzioni dinanzi ad un problema. Non sempre tali soluzioni potranno apparire conformi ed usuali. Spesso anzi potranno apparire originali ed inaspettate.
Si tratta quindi di un pensiero strettamente connesso alla creatività. Ad occuparsene, nella fattispecie ed approfonditamente, fu Guilford.

Siamo alla fine degli anni sessanta del novecento quando Guilford sottolinea la differenza tra il pensiero divergente e quello convergente, il quale a sua volta propone un approccio ai problemi più “tradizionale”, comportante quindi la formulazione di una sola soluzione o risposta. La scelta di tale risposta specifica appare la più logica ed immediata, nonché quella “più meritevole e conveniente da perseguire di fronte a un problema o questione. Il pensiero convergente è caratterizzato quindi dalla capacità di produrre risposte basate sulle regole d’inferenza logica e di strategie e conoscenze precedentemente apprese”.(tratto da https://www.stateofmind.it/2024/02/pensiero-divergente/ )

Spesso associato ad un pensiero strettamente lineare e logico, il pensiero convergente viene associato alle materie scientifiche, mentre quello divergente a modalità di espressione artistica ed originale.
La creatività permette di andare al di là di quei rigidi schemi mentali che spesso sembrano guidare il modo con cui ci interfacciamo con la realtà per darci un nuovo modo di vedere le cose.
Attenzione: il pensiero divergente non è migliore di quello convergente e viceversa. Entrambi possono aiutarci, se pur in maniera diversa, nella risoluzione di alcune situazioni.
D’altronde il pensiero convergente ci mostra una via “sicura”, che rimane assolutamente preziosa.
I due tipi di pensiero si mostrano a noi nella loro complementarietà, pur mantenendo la loro specificità, e non ne possiamo fare a meno.
La scelta di un approccio dipende fondamentalmente dal nostro modo di voler affrontare dei problemi e, ovviamente, dalla situazione.

Valorizzare la creatività ed il pensiero divergente appare importante perché soltanto dalla possibilità di scegliere quale pensiero utilizzare può dipendere la nostra capacità di risolvere, in un modo a noi favorevole, questioni in cui potremmo imbatterci.
“Il problema è stato che fino ad adesso, nell’apprendimento e nella scuola, si è dato quasi totalmente spazio al pensiero convergente, senza considerare forme di “apprendimento divergente”, e anzi, in molte caso, non valorizzando i soggetti che sembravano possedere naturalmente un’atteggiamento “divergente””. (tratto da https://www.guidapsicologi.it/articoli/creativita-e-pensiero-divergente)
Maria Domenica Depalo