Parole su carta: recensione di “Il giovane Holden” di Salinger.

Parole su carta: recensione di “Il giovane Holden” di Salinger.

Forte, struggente ma allo stesso tempo inquietante, “unheimlich” come direbbe Freud, vale a dire perturbante, “Il giovane Holden” di Salinger sembra risucchiare il lettore in quell’abisso dell’animo che diventa ogni giorno sempre più profondo e nero.

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Immerso in un vuoto esistenziale di cui si fa testimone, perché lo vive, Holden, rampollo della New York bene, ricco e viziato ma pieno di tormenti interiori è il protagonista indiscusso di queste pagine.

Incapace di intessere relazioni umane significative, probabilmente in seguito alla morte del fratello del quale custodisce gelosamente il ricordo, come emerge dalla descrizione del guantone di baseball (non vi dirò di più), egli non sembra in grado di provare alcuna empatia nei confronti del prossimo, pur cercando di avvicinarsi agli altri.
Espulso per l’ennesima volta da una scuola prestigiosa, a pochi giorni dal Natale, decide di lasciare il collegio prima del tempo non per tornare a casa ma per trascorrere alcuni giorni a New York all’insegna del divertimento. Almeno quello è il suo intento.

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Cercherà di uscire con quante più persone possibili (le più disparate), si ubriacherà, vorrà scoprire il segreto degli animali del lago congelato in inverno, sarà coinvolto in un litigio con un “pappone”, ma soprattutto farà tutto questo senza provare apparentemente alcuna umana emozione.

L’unica persona per la quale sembra provare interesse è la sua sorellina che coglierà, attraverso il suo pianto, il disagio di un fratello in difficoltà, giunto di nascosto a casa per rubare delle sigarette.

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L’autore americano Salinger è riuscito sicuramente a mostrare le paure e le ansie più imponderabili ed oscuri dell’animo umano, sottolineandone il disagio e l’incapacità di adattarsi ad una società che appare sempre più lontana attraverso un linguaggio che mostra un attenta scelta dei vocaboli ma soprattutto un’attenzione particolare alla psiche labile e fragile del protagonista.
Sicuramente è un romanzo che lascia il segno. Lo consiglio decisamente.

Maria Domenica Depalo

Parole su carta: consigli di lettura

Spulciando tra gli scaffali delle librerie e le varie classifiche dedicate ai libri più letti e venduti, noto con piacere il permanere di romanzi da me amatissimi ma anche la presenza di “novità” che incuriosiscono, vuoi per il titolo vuoi per gli autori.

Cerchiamo di scoprirli e di saperne qualcosa in più partendo proprio dai libri per ragazzi.

Come sempre, c’è Harry Potter e la pietra filosofale di J. K. Rowling. Troviamo anche Harry Potter e la camera dei segreti con tutto il suo carico di magia e di mistero. Hogwarts ci aspetta.

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Anni fa lessi uno dei fumetti di Jeff Kinney trovandolo divertentissimo e mai banale e, con piacere, noto la presenza in classifica di Diario di una schiappa Il re del rock. Una novità da non perdere.

Dando uno sguardo alla top ten presente su Robinson di La Repubblica della vigilia di Natale, notiamo il ritorno di due autori da me molto apprezzati in quanto in grado di cogliere rispettivamente sensibilità e fragilità umane e l’oscurità dell’animo umano. Parlo di Fabio Volo con Tutto è qui per te edito Mondadori e di Donato Carrisi con L’educazione delle farfalle.

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Direi di concludere con Quiz da fare mentre fai la cacca di Nathan Haselbauer. A prescindere dal titolo che ha un’evidente finalità commerciale, direi di dare una possibilità a questo libro se siete dei curiosoni ed amate quiz e misteri.

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Maria Domenica Depalo

Finché il caffè è caldo

Finché il caffè è caldo

Suggestione, sogno e magia ma soprattutto fiducia e speranza: ecco le parole alle quali ho pensato mentre leggevo questo piccolo capolavoro di Toshikazu Kawaguchi.

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Le storie degli avventori di un piccolo caffè, così apparentemente diverse per radici e passato, in realtà appaiono accumunate da dolori così simili nella loro intensità da renderle parte di un’unica storia, quella umana.


Sulla caffetteria, luogo principe della narrazione nel quale si incontrano tutti i personaggi del romanzo, sembrano aleggiare mille misteri e strane leggende.
Bevendo un semplice caffè sembra infatti che sia che sia possibile parlare di nuovo con la persona amata e perduta come accade a Fumiko, rivivere momento felici o persino avere un assaggio del futuro come accade a Kei.


Tuttavia bisogna assolutamente finire di bere il caffè prima che si freddi. Se non si rispetta questa regola si rischia di restare intrappolati nel passato e di diventare un fantasma.

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Per quanto il passato sia immutabile, i nostri personaggi scoprono che ciò che conta è il presente con tutto il suo insieme di potenzialità e possibilità.

Ho amato “Finché il caffè è caldo” da subito, sin dalle prime parole che ho letto. La delicatezza del racconto riesce infatti a contrastare la durezza del dolore e della tristezza delle vicende dei personaggi e a dare al lettore quel velo di bellezza che sottende alla speranza.

Senza alcun dubbio, lo consiglio a tutti.


Maria Domenica Depalo