Il mondo “già in funzione”

Amiche ed amici della filosofia,

non mi sono dimenticata di voi nonostante i giorni concitati precedenti le feste natalizie sembrino volermi imprigionare in un vortice di impegni incredibilmente fuori dal comune e maggiori del solito. Anzi.

Stranamente ed incredibilmente sono riuscita a ritagliarmi alcuni momenti, mentre viaggiavo in autobus da una città ad un’altra o facevo la fila alle poste, per dare uno sguardo alle pagine di un libro che in realtà vi avevo già presentato in alcuni quesiti dei giorni passati: “il Dubbio” di L. De Crescenzo.

Sto rileggendo dopo un bel po’ di anni questo libricino di neppure 150 pagine cariche di acume e di ironia. Lo comprai ai tempi dell’università (ero iscritta al secondo anno di Filosofia a Bari) e ne rimasi folgorata. Ho cominciato a sottolinearne alcune parti che vorrei poter condividere e commentare con voi. Pronti?

Prima però una piccola premessa: il titolo del libro rimanda al dubbio e alla mancanza di certezze. L’incertezza va vista sempre e comunque come un’opportunità per riflettere e mai come una lesione alle nostre sicurezze. Tutt’altro. Solo attraverso il dubbio possiamo costruirne altre, prima tra tutte quella secondo cui nulla è certo. Detto questo, procediamo.

Dopo un pranzo a base di pesce, il protagonista, cioè De Crescenzo, è impegnato con il professor Barbieri, suo amico, in una conversazione su Dio e sul creato che ben si lega all’argomento dell’opera. Diamo quindi un’occhiata:

– Ebbene, un Dio Onnipotente, volendo, non potrebbe aver creato un mondo già in funzione?

– In che senso “già in funzione”?

– Insomma – ribatté Barbieri un po’ spazientito – il nostro mondo, il nostro cielo, il mare, l’universo, tutto questo spettacolo che ci sta intorno, non potrebbe essere stato creato proprio in questo preciso momento? Supponiamo per un attimo che ognuno di noi sia nato adesso: alle 15.32 di oggi, con una memoria prememorizzata nel cervello, grazie alla quale “crediamo” di aver già vissuto.

– In questo caso la spigola…

– … crediamo di averla mangiata, ma nella realtà non è mai esistita: è solo una delle tante immagini che la nostra memoria ha avuto in dotazione nel momento di nascere.

– Ma è impossibile!

– Nossignore, è improbabile.

Non vi sembra di assistere a quella scena del film Matrix in cui il protagonista, Neo, dopo il suo duro risveglio nella realtà concreta, scopre che tutto quello in cui ha creduto è solo un inganno e che nulla è così come sembra? Ma è davvero così?

Dopo aver ricordato quella scena mi sono guardata intorno chiedendomi se effettivamente bastassero i sensi per cogliere tutto. Penso proprio di no. Tuttavia sono un punto di partenza.

Tutto va passato al vaglio e non solo perché ogni cosa ci sia svelata. Non importa se scopriremo qualcosa e quale sarà la risposta: ciò che conta è non fermarsi mai nell’indagine.

Che ne pensate?

Maria Domenica Depalo

 

 

 

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