Parole su carta: recensione di “Il giovane Holden” di Salinger.

Parole su carta: recensione di “Il giovane Holden” di Salinger.

Forte, struggente ma allo stesso tempo inquietante, “unheimlich” come direbbe Freud, vale a dire perturbante, “Il giovane Holden” di Salinger sembra risucchiare il lettore in quell’abisso dell’animo che diventa ogni giorno sempre più profondo e nero.

photo©MariaDomenicaDepalo

Immerso in un vuoto esistenziale di cui si fa testimone, perché lo vive, Holden, rampollo della New York bene, ricco e viziato ma pieno di tormenti interiori è il protagonista indiscusso di queste pagine.

Incapace di intessere relazioni umane significative, probabilmente in seguito alla morte del fratello del quale custodisce gelosamente il ricordo, come emerge dalla descrizione del guantone di baseball (non vi dirò di più), egli non sembra in grado di provare alcuna empatia nei confronti del prossimo, pur cercando di avvicinarsi agli altri.
Espulso per l’ennesima volta da una scuola prestigiosa, a pochi giorni dal Natale, decide di lasciare il collegio prima del tempo non per tornare a casa ma per trascorrere alcuni giorni a New York all’insegna del divertimento. Almeno quello è il suo intento.

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Cercherà di uscire con quante più persone possibili (le più disparate), si ubriacherà, vorrà scoprire il segreto degli animali del lago congelato in inverno, sarà coinvolto in un litigio con un “pappone”, ma soprattutto farà tutto questo senza provare apparentemente alcuna umana emozione.

L’unica persona per la quale sembra provare interesse è la sua sorellina che coglierà, attraverso il suo pianto, il disagio di un fratello in difficoltà, giunto di nascosto a casa per rubare delle sigarette.

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L’autore americano Salinger è riuscito sicuramente a mostrare le paure e le ansie più imponderabili ed oscuri dell’animo umano, sottolineandone il disagio e l’incapacità di adattarsi ad una società che appare sempre più lontana attraverso un linguaggio che mostra un attenta scelta dei vocaboli ma soprattutto un’attenzione particolare alla psiche labile e fragile del protagonista.
Sicuramente è un romanzo che lascia il segno. Lo consiglio decisamente.

Maria Domenica Depalo