Aut – Aut (English version)

Aut – Aut

Good and evil, joy and sadness, light and darkness, yin and yang and so on: we are surrounded by dualisms and dichotomies. However these oppositions and contrasts are only the final moment of a series of actions called choices.

Simple, difficult, complex or painful: the choices characterize and determine us. But how do they affect us? Are they so necessary?

In 1843 the Danish philosopher Sören Kierkegaard wrote a work entitled “Aut – Aut”. Aut is an adverse latin conjunction and it means either. The title translation therefore corresponds to “Or this or that”.

In particular, Kierkegaard emphasizes the dramatic vacuity of an “aesthetic” life dedicated to the ephemeral pleasure of the present moment. What should we do? Should we persevere with this kind of life of nothingness or opt for an “ethical” life, morally more acceptable and directed to the future but looking back to the past?

We have a variety of options and possibilities that can be fascinating and intriguing but also highly destabilizing.

“What do you choose? You choose yourself, not in your own immediacy, not as this casual individual, but you choose yourself in the eternal value […] “. (cit. Aut-Aut, ed. Mondadori, pp. 90-92)

The act of choosing is therefore fundamental as a moment of “reconquest” one’s own self. When you choose, you choose yourself in an active way and not passively. The multiplicity of options we can come across always have to be seen as an opportunity.

Choices may be right or wrong, but they will always be a manifestation of what we are and can not ignore.

For curiosity:

“Aut-Aut” by Sören Kierkegaard, Mondadori

“Filosofia” by Sergio Moravia, 3rd volume, ed. Le Monnier

Maria Domenica Depalo

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Aut- Aut

Aut – Aut

Bene e male, gioia e tristezza, luce e buio, yin e yang e chi più ne ha più ne metta: siamo circondati da dualismi e dicotomie. Tuttavia, in realtà, queste opposizioni e contrasti costituiscono solo il momento finale di una serie di atti chiamati scelte.

Semplici, difficili, complesse o dolorose: le scelte ci caratterizzano e ci determinano. Quanto però ci influenzano? Possiamo farne a meno?

Nel 1843 il filosofo danese Sören Kierkegaard scrisse un’opera intitolata “Aut – Aut” dal titolo fortemente esemplificativo. Aut infatti è una congiunzione avversativa e significa oppure. La traduzione del titolo quindi corrisponde a “O questo o quello”.

In particolare Kierkegaard pone l’accento sulla drammatica e angosciante presa di coscienza della vacuità di una vita “estetica” tutta tesa al piacere effimero di un momento presente. Cosa fare? Perseverare con questa tipologia di vita tesa fondamentalmente al nulla o optare per una vita “etica”, moralmente più accettabile e tesa al futuro pur avendo uno sguardo rivolto al passato?

L’uomo d’altronde viene quotidianamente posto dinanzi ad una varietà di opzioni e possibilità che possono, per loro varietà e caratteristica, essere affascinanti ed intriganti ma anche fortemente destabilizzanti.

“Cosa si sceglie? Si sceglie se stessi, non nella propria immediatezza, non come questo individuo casuale, ma si sceglie se stessi nell’eterno valore […]”. (cit. Aut – Aut, ed. Mondadori, pp. 90 – 92)

L’atto della scelta quindi è fondamentale in quanto momento di “riconquista” del proprio sé. Attraverso lo scegliere infatti l’uomo in fondo non fa altro che continuare scegliere sempre e solo se stesso. Lo fa attivamente senza subire passivamente gli eventi.

Ricordiamoci questo: la molteplicità di opzioni e di strade in cui possiamo imbatterci vanno viste sempre come un’occasione, come un momento in cui l’attivismo può e deve dominare dinanzi alla passività della paura della non scelta.

Le scelte potranno essere giuste o sbagliate ma saranno sempre manifestazione di ciò che noi siamo e da cui non possiamo prescindere.

Per curiosità:

Aut- Aut” di Sören Kierkegaard, Mondadori

Filosofia” di Sergio Moravia, 3° volume, ed. Le Monnier

Maria Domenica Depalo