Riscopriamo la scrittura

Riscopriamo la scrittura

La scuola ha ripreso il suo cammino e con essa sono ricominciate  anche le problematiche e le frenesie legate ai compiti, allo studio e alla vita di classe. Tuttavia quest’ultima non corrisponde soltanto ad un seguire in modo passivo le lezioni o ad un immergersi forsennato in pagine e pagine da leggere e imparare fedelmente: è qualcosa di più complesso.  È il luogo in cui acquisire strategie e modalità di socializzazione ma anche di apprendimento utili anche al di fuori della vita tra i banchi.

Ed una di queste modalità è la scrittura. Rispettare le righe e le lettere nella loro forma e dimensioni ma anche differenze però non è mai semplice. Tuttavia è necessario.

Ma andiamo per gradi.

Partiamo dalla realtà ipertecnologica nella quale siamo immersi. Appare evidente come l’uso dei dispositivi elettronici oltre ad incidere in maniera significativa sulle capacità relazionali dei ragazzi ( e non solo ma ne parleremo più avanti) influenzi le modalità di prendere appunti ma soprattutto incida sulle funzioni cerebrali.

Registrazioni, foto e PDF fanno sempre più da padroni ed è sempre più raro vedere qualcuno prendere appunti a mano. Peccato, perché scrivere a mano produce effetti benefici sull’acquisizione e sulla permanenza delle informazioni nella nostra memoria.

In particolare scrivere a mano contribuisce in maniera positiva sullo sviluppo cognitivo dei bambini e sull’acquisizione di competenze significative per l’evoluzione in toto.

Virginia Berninger, a professor of educational psychology at the University of Washington and the lead author on the study, told […] that “handwriting — forming letters — engages the mind, and that can help children pay attention to written language.” (tratto da https://archive.nytimes.com/well.blogs.nytimes.com/2016/06/20/why-handwriting-is-still-essential-in-the-keyboard-age/ )

Come emerge dal trafiletto, la docente Virginia Berninger, esperta di psicologia dell’educazione presso l’Università di Washington sottolinea ancora come la scrittura a mano – la formazione di lettere – coinvolga la mente e come questo possa aiutare i bambini a prestare attenzione al linguaggio scritto. (traduzione e rielaborazione del brano)

D’altronde l’apprendimento è un «complicato processo cerebrale» che mette insieme l’udito e la vista, con «l’apporto fondamentale delle operazioni della mano», afferma il professore Sabadini. (https://scuoladivita.corriere.it/2017/10/06/carta-e-penna-limportanza-della-scrittura/)

Avete mai fatto caso al fatto che quando scriviamo a mano, ricordiamo meglio? Fateci caso. Provate a scrivere la lista della spesa su un foglio di carta e poi a ripeterla a memoria qualche ora dopo. La ricorderete meglio rispetto ad un elenco scritto sul cellulare. Questo si spiega con il fatto che scrivere a mano richiede un’attenzione ai particolari, alle parole e alle lettere che altrimenti verrebbe trascurata.

Scrivere incide anche in maniera significativa sulla permanenza delle informazioni in memoria. Quando ad esempio impariamo una lingua straniera oppure apprendiamo la dimostrazione di un teorema matematico, trascrivere su foglio (anche più volte) contribuisce all’apprendimento.

Concludiamo queste riflessioni con le parole di una delle mie autrici preferite. Maestra elementare, donna estremamente sensibile ma concreta, Susanna Tamaro ha fatto sua la battaglia per il ritorno alla scrittura: Gli scrittori stanno diventando inutili, è la fine di un mondo. Però penso che tra i giovani nascerà il bisogno di parole vere, attraverso le quali conoscere la realtà: allora sarà una rinascita. […]Mi sembra che oggi siamo sommeC’è da fare un bel lavoro nelle scuole, bisogna tornare all’alfabetizzazione […]Essendo anche maestra elementare, è una mia battaglia: tornare a scrivere a mano. Io stessa scrivo a mano i libri. Purtroppo i giovani non hanno più fisicità, stanno quasi sempre seduti, immobili”, ha aggiunto con amarezza (tratto da https://www.tecnicadellascuola.it/susanna-tamaro-ce-da-fare-un-bel-lavoro-nelle-scuole-bisogna-tornare-allalfabetizzazione-a-scrivere-a-mano ).

E voi scrivete a mano?

Maria Domenica Depalo

P.S. fonte delle immagini pixabay.com

Parole su carta: Va dove ti porta il cuore (engl. version)

Va dove ti porta il cuore

Probably one the most known novels written by the Italian writer Susanna Tamaro, “Va’ dove ti porta il cuore ” is definitely one of the most beloved books by myself. In fact, I have read and reread it so many times that I do not even remember how many but being always overwhelmed by a whirlwind of very strong emotions, as if it were the first time.

photo realized by Maria Domenica Depalo

The elderly protagonist Olga, returned home after a hospitalization, wants to write a letter to Marta now in America. Their relationship, initially rich in complicity and affection, has deteriorated so much time after time that the girl has moved far. The girl’s grandmother, aware of her precarious health, however, far from wanting to interrupt Marta’s stay in the United States, wants to tell her about her origins before it is too late.

The scrolling of the pages emphasizes the most difficult but also the most intense moments of their life, of the relationships with the family but also of the strong conflict between the narrator and her daughter, Ilaria. A problematic, fragile woman full of resentment towards her parents whom she considers the reason of her failures. At the same time Ilaria is the reflection of the past, of the mistakes but also of the hopes disregarded by the author of this diary.

photo realized by Maria Domenica Depalo

Marta’s mother can be seen in particular as a symbol of a fragile and intrinsic defeatism whose roots are deep but which do not justify it. However, our attention cannot diverge from a narrative full of truth and pain and whose redemption seems to be represented by that girl temporarily far from home but who is still certainly strongly linked to it.

Maria Domenica Depalo

P.S. While Olga recalls her relationship with little Marta, she remembers  a book read together and that will soon be another of the protagonists of this column: The Little Prince. Have you ever read it before?

Parole su carta: “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro

Parole su carta: “Va’ dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro

Forse il romanzo più noto dell’autrice e scrittrice triestina Susanna Tamaro, “Va’ dove ti porta il cuore” è sicuramente uno dei libri che ho amato di più nella vita. L’ho infatti letto e riletto così tante volte da non ricordare neppure quante ma venendo sempre travolta da un turbine di emozioni fortissime, come se fosse la prima volta.

L’anziana protagonista Olga, tornata a casa dopo un ricovero in ospedale, decide di scrivere una lettera alla nipote Marta ora in America. Il loro rapporto inizialmente ricco di complicità e di affetto, è andato deteriorandosi nel tempo tanto da indurre la ragazza a trasferirsi lontano. La nonna della ragazza, consapevole delle proprie precarie condizioni di salute, ben lungi però dal voler interrompere il soggiorno di Marta negli Stati Uniti, prima che sia troppo tardi vuole parlarle delle sue origini rivelandole alcuni segreti che potrebbero spiegare il perché delle sue inquietudini.

Lo scorrere delle pagine pone l’accento sui momenti più difficili ma anche più intensi della loro vita, dei rapporti con la famiglia ma anche sulla forte conflittualità tra la narratrice e la figlia, Ilaria. Donna problematica, fragile e piena di risentimento nei confronti dei suoi genitori che considera la ragione dei suoi fallimenti, quest’ultima è il riflesso del passato, degli errori ma anche delle speranze disattese dell’autrice di questo diario. La madre di Marta può essere vista in particolare come simbolo di un disfattismo fragile ed intrinseco le cui radici sono profonde ma che non lo giustificano.

photo©MariaDomenicaDepalo

Tuttavia la nostra attenzione non può divergere da una narrazione piena di verità e di dolore ed il cui riscatto sembra essere rappresentato proprio da quella ragazza temporaneamente lontana da casa ma che è ancora sicuramente legata fortemente ad essa.

Maria Domenica Depalo

P.S. Mentre Olga rievoca il suo rapporto con la piccola Marta, riporta alla memoria un libro letto assieme e che presto sarà un altro dei protagonisti di questa rubrica: Il piccolo principe. Voi lo avete già letto?