Saremo in ferie per qualche giorno ma questo non vuol dire che non ci siamo. Faremo solo una piccola pausa. I nostri canali Facebook, Instagram, tiktok, telegram e la mail (fuoritempofuoriluogo@libero.it) resteranno attivi per auguri, notizie o semplici chiacchiere.
Se amate i mercatini di Natale, allora non dovete assolutamente perdere quelli del centro storico di Bari. Tra il 6 ed il 26 dicembre infatti, dopo ben un anno di attesa, sarà possibile camminare tra gli stand e le piccole casette dal tema prettamente natalizio che conferiranno alla “città vecchia” il calore ed i colori caratteristici di questo periodo.
Camminando lungo la “Muraglia”, in particolare tra “Piazza del Ferrarese” ed il “Fortino di Sant’Antonio”, nonché in “Piazza Mercantile” sarà possibile ammirare i mercatini e pensare ai regali respirando lo spirito natalizio.
Per questo, non perdete l’occasione di visitare una delle città più belle del Sud Italia e di rilassarvi in attesa di un anno nuovo e portatore di novità.
Delicato e deciso, ricco di gusto, unico nelle sue forme e peculiarità, cibo ideale in cui affogare i propri dispiaceri o frustrazioni, peccato della gola per eccellenza, il cioccolato rappresenta l’essenza stessa di un piacere irrinunciabile. Da gustare pian piano, inebriante del profumo di cacao, esso non va morso avidamente ma assaporato lentamente e senza fretta in modo da permettere alle nostre papille gustative di poterne cogliere le caratteristiche essenziali.
foto tratta da pixabay.com
Forti di questa verità, celebrata da poteri e autori di tutto il mondo, non possiamo non ricordare uno straordinario e golosissimo momento da vivere a Bari tra il 19 ed il 21 novembre in Piazza Libertà. Parliamo della Festa del Cioccolato.
foto tratta da pixabay.com
Nel corso di queste tre giornate sarà possibile non soltanto passeggiare tra le strade del meraviglioso capoluogo pugliese ma anche ammirare la fantasia e la bravura dei maestri cioccolatieri in grado di regalare forme e fogge sempre diverse a questo cibo così incredibile.
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Sarà possibile non soltanto camminare tra gli stand dedicati al cioccolato e degustarne i vari tipi. I più piccolini in particolare potranno infatti partecipare a dei laboratori e lezioni di pasticceria divertenti ed istruttive.
Non perdete quindi questa incredibile occasione per conoscere Bari e camminare tra le sue vie assaggiando e degustando tale bontà ma senza esagerare: mi raccomando!
“Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso”. Con queste parole pronunciate dal grande capo Sealth, oggi celebriamo la giornata mondiale della Terra.
“This we know: the earth does not belong to man, it is man who belongs to the earth. All things are connected, like the blood that unites a family. It was not man who weaved the web of life, he it is only a thread. Whatever he does to the canvas, he does it to himself “. With these words spoken by the great chief Sealth, today we celebrate World Earth Day.
“Das wissen wir: Die Erde gehört nicht dem Menschen, es ist der Mensch, der zur Erde gehört. Alle Dinge sind miteinander verbunden, wie das Blut, das eine Familie vereint. Es war nicht der Mensch, der das Netz des Lebens gewebt hat, er ist es nur ein Faden. Was auch immer er mit der Leinwand macht, er macht es mit sich selbst “. Mit diesen Worten des großen Häuptlings Sealth feiern wir heute den Welttag der Erde.
il 2020 è stato ed è tuttora un anno difficile. Per tale motivo onoriamo questo Natale che appare più complesso e prezioso che mai attraverso le parole del vescovo Don Tonino Bello. Che possano trasmetterci serenità ma soprattutto la speranza di cui tutti abbiamo profondamente bisogno.
“Andiamo fino a Betlemme. Dobbiamo attraversare venti secoli di storia. È l’unico viaggio ” all’indietro ” che può farci andare avanti sulle strade della felicità. Quella felicità che stiamo inseguendo da una vita. Mettiamoci in cammino, senza paura“.
Trick or treat? Dolcetto o scherzetto? Non preoccupatevi: non ho alcuna intenzione di passare casa per casa per raccogliere caramelle e dolci e, purtroppo, quest’anno non ci saranno neppure le comitive di bambini a precedermi in questa impresa.
Quest’anno infatti avremo un Halloween un po’ sottotono (giusto un po’) ma ciò non toglie che se ne possa parlare sfatando alcuni miti ed esagerazioni. “Halloween” infatti non è affatto una festa strana od oscura. Semplicemente si tratta di una tradizione che affonda le sue radici nella celebrazione celtica di “Samhain”.
I Celti, gli antichi abitanti dell’Irlanda, del Regno Unito e della Francia del Nord, erano soliti celebrare l’arrivo del nuovo anno il primo novembre, in corrispondenza della fine della stagione estiva.
Per i Celti pertanto la notte del 31 ottobre acquisiva un significato mistico, dal momento che andava a rappresentare l’ideale linea divisoria tra il mondo dei vivi e quello dei morti in onore dei quali celebravano il “Samhain”, convinti che gli spiriti dei defunti tornassero dall’oltretomba.
Falò, offerte di sacrifici animali e costumi particolari ma soprattutto racconti di storie e di miti erano l’anima di questa celebrazione.
La parola “Halloween” deriva da “All-hallowmas” a sua volta derivante dall’arcaico “Alholowmesse”, cioè proprio “Ognissanti”. Ecco perché la notte del 31 ottobre, dedicata alla celebrazione di “Samhain” venne denominata “All-Hallows Eve” da cui Halloween.
Cerchiamo ora di capire però quale sia il legame intercorrente tra la Chiesa Cattolica e questa festa. Esso è rappresentato dal 2 novembre, giorno dedicato alla commemorazione dei defunti. Tale festività, che almeno inizialmente aveva caratteristiche simili a quella celtica per quanto riguardava i festeggiamenti, gradualmente andò a sostituire quella da cui aveva tratto origine.
Quindi nulla di strano o inquietante, amici. Per quanto riguarda la sua diffusione nel mondo, dobbiamo ringraziare gli immigrati irlandesi che, per sfuggire a fame e carestie, si rifugiarono in America nel 19° secolo, portando con loro questa tradizione.
Lavori in corso 🖋️
Stiamo apportando delle modiche ed introducendo delle novità che spero possano piacervi.
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Ogni volta che pronunciamo il nome del fotografo americano Steve McCurry, non possiamo non pensare alla ragazza pakistana dagli intensi e profondi occhi verdi che egli ritrasse nel 1984.
Oggi, a distanza di 36 anni da quella foto, riparliamo di questo artista in occasione di una mostra che la città di Monza gli ha dedicato presso l’Arengario in piazza Roma, dal titolo “Steve McCurry. Leggere.”
In questi luoghi è stato possibile ammirare 70 foto del McCurry accompagnate dalle parole dello scrittore e giornalista italiano Roberto Cotroneo.
Comune denominatore dei lavori del fotografo americano è stata la lettura.
Lo scopo primario della mostra è stato evidenziare infatti, attraverso le immagini, l’universalità di un gesto apparentemente così semplice ma in realtà estremamente prezioso quale la lettura, appunto.
Leggere d’altronde è il modo più immediato ma al contempo più prezioso di vivere in una dimensione diversa dalla propria, scoprendo realtà nuove e distanti, dando quindi alla mente l’occasione di confrontarsi con l’inaspettato e l’inatteso.
Le persone ritratte mentre leggono libri, riviste e giornali appartengono a tutto il mondo. “I contesti sono i più vari: i luoghi di preghiera in Turchia, le strade dei mercati in Italia, dai rumori dell’India ai silenzi dell’Asia orientale, dall’Afghanistan a Cuba, dall’Africa agli Stati Uniti”. (cit. da https://libreriamo.it/fotografia/steve-mccurry-leggere-mostra-fotografica-dedicata-libri-lettura-monza/ )
Nel corso della mostra è stato possibile imbattersi anche in alcuni dei libri di McCurry che hanno ispirato la mostra. E voi che rapporto avete con la lettura ed i libri in genere?
Ecco alcuni riferimenti che potranno tornarvi utili:
Il 22 maggio sarà possibile partecipare on line al Festival europeo della poesia ambientale.
Condotto dalle giornaliste Angiola Codacci Pisanelli e Ilaria Dinale, il festival sarà un’occasione unica e straordinaria per vedere coinvolti ben diciotto personalità del mondo della poesia italiana ed europea.
Le loro parole si faranno portavoce del grido di aiuto del nostro pianeta, sopraffatto dalla nostra indifferenza ai rischi legati all’inquinamento.
foto tratta da pixabay.com
La Terra ha bisogno di noi per combattere la sua battaglia che è in realtà anche la nostra.
Rifiuti urbani, gas tossici, il surriscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai e la siccità: sono solo alcuni dei temi da cui saranno ispirati i poeti coinvolti e da cui prenderanno vita le loro parole.
Questi i 18 autori che animeranno la staffetta poetica collegandosi ciascuno dal proprio paese: Pires Cabral (Portogallo), Laure Gauthier (Francia), Viacheslav Kupriyanov (Russia), José Manuel Lucia Megias (Spagna), Eliza Macadan (Romania), Jarek Mikolajewski (Polonia), Marion Poschmann (Germania), Gerda Stevenson (Regno Unito), Haris Viavlanos (Grecia) e poi gli italiani Antonella Anedda, Mario Baudino, Stefano Carrai, Donato Loscalzo, Valerio Magrelli, Giancarlo Pontiggia, Eleonora Rimolo, Francesca Tuscano e Marco Vitale. (tratto da https://www.sapereambiente.it/eventi/festival-europeo-della-poesia-ambientale-il-22-maggio-on-line/)
“Non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli”. (cit.) foto tratta da pixabay.com
Oggi è la giornata mondiale del libro. Celebriamo i libri leggendoli e regalandoli. A tal proposito vi ricordo l’iniziativa “il libro sospeso” che vi permette di donare un libro a chi non può acquistarlo. 📚📖📕📚🥰
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Let’s celebrate the “International book day”. Let’s celebrate the books reading and presenting them. Don’t forget the initiative “Il libro sospeso”: a book is always a gift, especially for people who haven’t the possibility to buy it. So, buy and donate a book.
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