8 marzo

In questo giorno dedicato alla figura femminile, in molte realtà ancora bistrattata, rifiutata ed umiliata nella richiesta del riconoscimento della sua dignità e delle sue prerogative, non possiamo non celebrarCI attraverso le parole di chi, per tutta la vita, si è battuto per gli ultimi cercando di salvaguardarne l’umanità.

Sono ancora troppe le bambine, le ragazze e le donne adulte che non possono inseguire i propri sogni, lavorare e studiare ma soprattutto vivere. È in particolare a loro che sono dedicate le parole di questa donna straordinaria. Non dimentichiamoci di nessuna di loro.

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!

Madre Teresa di Calcutta

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Siamo in ferie!

Dopo un periodo duro, difficile e, per certi versi, decisamente ancora in pieno svolgimento, ho deciso di prendermi una pausa per ricaricarmi e rigenerarmi.

Sarà l’occasione giusta per dedicarmi alla lettura, allo studio delle lingue straniere (la mia passione) ma anche ai viaggi e alla ricerca di materiale da utilizzare per far crescere il blog e trasformarlo (magari!) in un lavoro.

Sarebbe bello infatti se la cultura e la curiosità potessero diventare la base stabile per una professione non più precaria ma concreta e reale.

Tuttavia niente paura: la sezione dedicata all’oroscopo sarà aggiornata ogni mese e se ci saranno novità, sarete i primi a saperle.

Nel frattempo buone vacanze e non dimenticate di seguire il blog anche su facebook, Instagram e TikTok.

Maria Domenica Depalo

Oroscopo filosofico di dicembre 2021

Anche quest’anno volge finalmente al suo termine naturale lasciando dietro di sé sogni, speranze e progetti. Siamo pronti a salutarlo e a scoprirlo per abbracciare senza riserve il nuovo che ci attende? In attesa di rispondere a questa domanda, leggiamo l’ultimo oroscopo di questo 2021, ben consapevoli però del fatto che tutto dipende da noi. Anche il nuovo anno.

Ariete:

fonte: pixabay.com

Tutto andrà come deve andare. Quindi attenti agli imprevisti: potrebbero essere molto piacevoli proprio nel loro essere inattesi.

Toro:

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Vivacità e reattività: ecco il mood giusto per questo dicembre che si preannuncia diverso da quello immaginato.

Gemelli:

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La vita è energia. Ripartite da quest’ultima per abbracciare con rinnovato entusiasmo i vostri progetti.

Cancro:

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Rimettere a posto, riattaccare i pezzi e completare il puzzle: il risultato finale potrebbe sorprendervi.

Leone:

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Non ci sono solo cause perse ma anche motivazioni e stimoli per guardare avanti.

Vergine:

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Conoscere e riconoscere l’altro fanno parte del naturale processo di maturazione. Presto ne apprezzerete i frutti.

Sagittario:

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Attenti alla luce nei vostri occhi. Non permettete a nessuno di spegnerla.

Bilancia:

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Non smettete mai di cercare. La vostra ricerca vi porterà lontano nel tempo e nello spazio.

Scorpione:

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Non cercate scuse per rimandare. Fate il primo passo verso ciò che vi rende felici.

Capricorno:

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Non potete mancare all’appuntamento con i vostri sogni. Seguiteli e raggiungeteli.

Acquario:

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Date spazio e voce ai vostri desideri. Ricominciate a sognare e a viaggiare.

Pesci:

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Non restate mai in silenzio. Tutto ciò che non viene detto ineluttabilmente si perde.

Maria Domenica Depalo

Siamo in vacanza!!!

Siamo in vacanza! Ci rivediamo a settembre con le nostre rubriche e qualche novità! Nel frattempo rilassatevi e dedicatevi a chi amate e a ciò che più vi piace, come leggere e rileggere gli articoli del blog. Personalmente mi dedicherò alla lettura dei miei amati libri e ai sogni.

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A presto!!

La redazione di fuoritempofuoriluogo.

Maria Domenica Depalo

Bookcrossing: come donare un libro

Bookcrossing: come donare un libro

Occhi che incrociano sguardi, occhi che si posano su lettere e parole, occhi che scoprono libri apparentemente “persi” su una panchina, negli interstizi di una parete o persino sul bancone di un bar. Apparentemente dimenticati per distrazione, in realtà essi occupano quegli spazi per un preciso atto di volontà del loro possessore.

Ma perché tali libri sono stati “abbandonati”?  La motivazione è semplice e nobile allo stesso tempo: farli ritrovare e quindi riscoprire da chiunque li incroci sulla propria strada. Perché possano essere letti e acquisire nuova linfa vitale donandone un po’ della propria originaria. Stiamo parlando del book-crossing che sembra diffondersi sempre più anche da noi. Finalmente, aggiungerei.

L’espressione book-crossing deriva dall’unione di due termini inglesi: book, libro e cross, incrociare. In effetti, una volta incrociata la copertina di un libro ed incuriositi dal suo titolo, superato l’“imbarazzo” iniziale di questo incontro lo si prende e se ne diventa depositari, scegliendo di tenerlo oppure di donarlo di nuovo, una volta terminata la lettura.

Spesso tali libri sono accompagnati da biglietti con i quali il precedente proprietario spiega le ragioni di questo dono e lo spirito di questo suo agire.

continua nella pagina seguente –>

La solitudine e la riscoperta di sé

La solitudine e la riscoperta di sé

Qualche tempo fa abbiamo affrontato il tema della solitudine intesa come isolamento sociale. Ne abbiamo poi evidenziato la negatività parlando degli Hikikomori, persone di ogni età che volontariamente si allontanano dalla società anche per anni chiudendosi in loro stesse e nel loro mondo personale.
Oggi invece parleremo della solitudine sottolineandone gli aspetti positivi.

Presi da mille impegni, circondati da centinaia di persone che sembrano spesso soffocarci con la loro presenza ingombrante, sentiamo di avere bisogno di staccare da tutti e da tutto per ritrovare noi stessi.

Riscoprire noi stessi è fondamentale se non vogliamo essere fagocitati da una società che vuole vederci sempre efficienti e pronti all’azione.

Ecco perché ci concentreremo sulla solitudine vista come strumento di rigenerazione.

Studi recenti e pubblicati su “Personality and social psychology bulletin” dell’Università di Rochester dimostrano come un quarto d’ora al giorno di solitudine possa contribuire a rigenerare mente e corpo.

Stare soli con se stessi dando ai propri pensieri la possibilità di scorrere liberi permette alla propria mente di ‘respirare’ e di potersi esprimere senza quei confini che spesso siamo proprio noi stessi a costruire.

Tuttavia, la solitudine può anche far paura. Avere a che fare con se stessi ed i propri demoni non è facile. Ecco perché tendiamo a circondarci di persone, a coltivare molti interessi e ad oberarci volontariamente di compiti.

Temiamo il vuoto.

Essere soli invece va visto come la grande occasione di scoprire o riscoprire noi stessi, i nostri sogni, progetti e passioni ma anche a convivere con le nostre paure e brutture. Anche loro fanno parte di noi.

Che rapporto avete con la solitudine? Come la affrontate? La temete o la apprezzate?

Link:

https://fuoritempofuoriluogo.wordpress.com/2019/06/01/hikikomori-quando-isolarsi-diventa-una-scelta-volontaria/

https://www.huffingtonpost.it/2017/11/14/per-sentirsi-meglio-servono-15-minuti-al-giorno-in-totale-solitudine-secondo-uno-studio-scientifico_a_23276442/

https://www.curiositadallarete.it/2018/03/09/una-persona-che-impara-a-stare-bene-da-sola-non-si-accontenta-piu-della-compagnia-di-chiunque/

Maria Domenica Depalo

La delicatezza

La delicatezza

In un mondo in cui la bellezza del sussurro figura ormai come una rarità, appare come una melodia silenziosa il racconto di “Girl”. Film intenso e drammatico dell’autore e regista Lukas Dhont, premiato all’ultimo Festival di Cannes, esso è la narrazione delicata e ricercata della storia di un ragazzo che cerca di realizzare il suo sogno di diventare una ballerina classica.

Il suo non è però solo un percorso di una trasformazione individuale e fisica. Attraverso la danza classica e la sua disciplina intrinseca, il protagonista, impersonato da Victor Polster, vuole realizzare quel movimento che non è soltanto armonia del corpo ma di tutta la persona. Vuole essere Lara.

Leggiadra e leggera ma anche decisa nel perseguire i suoi obiettivi, ella non appare mai sola. Le difficoltà, le crudeltà e la durezza della realtà vengono compensate dalla presenza di un padre amorevole e comprensivo ma anche da adulti desiderosi di comprendere meglio il suo mondo interiore.

Ella lotta per migliorare la propria tecnica di ballerina ma in realtà combatte per il proprio ideale di perfezione che vede in quel corpo armonioso che sogna di ottenere quanto prima. Ma Lara non può far altro che attendere lavorando su stessa, sul proprio talento e sulla tecnica ma al contempo accettando il difficile compito di imparare ad affrontare lo sguardo altrui nel quale in fondo vediamo rispecchiato il nostro.

Appare importante la presenza nel film di quelle persone, che, con discrezione e delicatezza,“frenano la sua impazienza, le spiegano tutto […], le raccomandano di non perdere tempo, di vivere anche questa vita sbagliata in attesa di quella vera”. (cit. da “Il sogno di Lara il ragazzo che vuole solo danzare” di Natalia Aspesi, in “la Repubblica 24/09/2018)

Vi lascio il video del trailer augurandovi buona visione.

Link e riferimenti:

“Il sogno di Lara il ragazzo che vuole solo danzare” di Natalia Aspesi, in “la Repubblica 24/09/2018 (versione cartacea)

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/09/23/news/girl-207175120/

Maria Domenica Depalo

Sì o No

e No: due avverbi monosillabici e di semplice scrittura ma, spesso e volentieri, di difficile pronuncia. Ricchi di significato, tali parole si propongono come specchio e riflesso di ciò che siamo e di come ci rapportiamo al prossimo.

Molti hanno difficoltà a pronunciare “No”. (cit.), afferma Paulo Coelho (ed ha ragione) mentre pronunciare “Sì” sembra decisamente più semplice.

Spesso infatti per amore, per timore o per quieto vivere, dinanzi a bivi, domande importanti o anche scelte apparentemente banali rispondiamo annuendo con poco entusiasmo.

Ma siamo davvero convinti di quella risposta? È davvero ciò che vogliamo? Rappresenta appieno le nostre convinzioni ed idee? I nostri propositi e le nostre aspirazioni abbracciano quella parola in toto?

L’apertura e il senso di inclusione che il sì ed il no comprendono, vengono sempre espressi con consapevolezza piena?

“Chi non dice mai di “no”, si crede generoso, comprensivo, educato: perché il “no” porta con sé la nomea di maledetto, egoista, poco spirituale. […] Ci sono momenti in cui, nel dire “sì” agli altri, potrebbe darsi che, contemporaneamente, si stia dicendo “no” a se stesso”. (cit.)

Ma dicendo no a noi stessi, soffochiamo la nostra personalità non permettendo al nostro io e alle nostre potenzialità di manifestarsi appieno.

Vale davvero la pena assecondare l’altro rinunciando a se stessi?

Maria Domenica Depalo

P. S. Le citazioni sono tratte da “Manuale del guerriero della luce” di Paulo Coelho, ed. Bompiani