Esiste il destino? Da chi o cosa dipende la nostra vita?

Esiste il destino? Da chi o cosa dipende la nostra vita?

Fortemente legato al futuro ma inconoscibile, il destino o fato affascina tutti nella sua incertezza ed oscurità sin dai tempi più antichi. Esso era rappresentato dalle tre Moire nella mitologia greca e dalle Parche in quella romana. Intente a tessere la vita degli uomini come se fosse un filo, a svolgerlo senza logica apparente e a tagliarlo recidendo all’improvviso la vita di ogni individuo, loro incarnavano perfettamente l’imprevedibilità del fato.

Per seconda [Zeus] sposò la splendida Thémis,
che generò le Ore (Eunomie, Dike ed Eirene fiorente)
che vegliano sulle opere dei mortali;
e le Moire, cui grande onore diede Zeús prudente:
Cloto, Lachesi e Atropo, che concedono
agli uomini il bene e il male. (da Teogonia di Esiodo v. 900-906)

A parlare di imprevedibilità ed oscurità del destino non è stata però solo la mitologia ma anche la fisica, a dimostrazione dell’importanza del tema. Basti pensare a tal proposito al principio di indeterminazione di Heisenberg che afferma come sia impossibile conoscere contemporaneamente velocità e posizione di una particella.

Con tale principio si sancisce l’impossibilità da parte della scienza di pervenire a una conoscenza completa della realtà. Il fatto che non si riescano a determinare in alcun modo tutte le variabili di un sistema fisico significa, infatti, che non è possibile stabilirne con precisione l’evoluzione futura”. (cit. tratta da “Destino: il futuro non è mai scritto” di Rossana Rossi, in Airone, anno XXXIII n°403, novembre 2014)

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fonte: pixabay.com

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Panta rei, ragazzi!

Panta rei, ragazzi!

Cari piccoli filosofi,

la settimana scorsa grazie alle nostre amiche tartarughe abbiamo avuto modo di conoscere  Zenone di Elea ed il suo paradosso di Achille. Con questa argomentazione egli ha supportato il pensiero del suo maestro Parmenide secondo il quale il movimento non esiste.

Nella lezione odierna invece ci occuperemo di una persona che ha affermato l’esatto contrario: Eraclito di Efeso, il filosofo del panta rei, cioè del tutto scorre. Secondo la tradizione era burbero e litigioso, in realtà aveva una mente raffinata, acuta ed aperta al confronto per quanto “vivace”.

Molti pensatori del passato lo consideravano di difficile interpretazione e comprensione. Noi però che non temiamo le difficoltà abbiamo deciso di conoscerlo lo stesso e lo facciamo mediante le sue stesse parole:

“Non si può discendere due volte nel medesimo fiume…” . Cosa avrà voluto dire il nostro filosofo?

Cosa fa solitamente un fiume? Sta fermo ed immobile? No. Le sue acque non sono mai fisse ma scorrono sempre ed in modo continuo. Immaginate di immergervi nelle sue acque ed osservatele (ovviamente potete realizzare questo “esperimento” anche al mare). Avrete la conferma di questo moto continuo.

In natura possiamo ammirare questo movimento in ogni cosa.

Basti pensare ad un fiore che è ben fisso nel terreno. Esso è in movimento continuo in quanto cambia e muta nel tempo.

Anche noi cambiamo:

“Guardo una foto di quando avevo 16 anni e ne guardo una d’oggi. Dio, come sono cambiato! Poi mi chiedo: ma quando è successo? Di notte? Mentre dormivo?” (tratto da “Panta rei” di L. De Crescenzo, ed. Mondadori)

Partendo proprio da questa analisi, Eraclito è giunto ad affermare che ogni cosa cambia nel tempo e che nulla resta uguale. Per averne conferma, basta osservare noi stessi: ogni giorno siamo diversi da come eravamo ieri.

Ragazzi, il cambiamento non deve spaventarci. Tutt’altro. Dobbiamo intenderlo come una ricchezza ed abbracciarlo con gioia perché può essere l’occasione giusta per migliorare sempre più e rinascere. Non sprechiamo il nostro personale panta rei!

Link:

https://fuoritempofuoriluogo.wordpress.com/2017/11/20/panta-rei/

Maria Domenica Depalo