Campioni della memoria

Campioni della memoria

La prima è ovviamente la ripetizione. Hermann Ebbinghaus, psicologo e filosofo tedesco della fine dell’Ottocento, esperto di memoria, riuscì a provare che più tempo si dedica a ripetere qualcosa e più ripetizioni si compiono, maggiori sono le possibilità che tali cose restino impresse nella memoria”. Provateci! Iniziate con un elenco contenente poche parole da memorizzare in pochi minuti: leggetele attentamente anche più volte e, ripetendole, fissatele nella mente. Quindi coprite questo elenco e scrivete le parole che ricordate.

Sin dall’antichità l’uomo è stato affascinato dalla memoria e dalla possibilità di ricordare ma è nel corso del Rinascimento che è stato possibile assistere allo sviluppo e alla definizione vera e propria di interessanti tecniche di memorizzazione che sono state studiate con sempre maggior accuratezza.

Una di queste è il principio dell’associazione. A mostrarla sono stati i mnemonisti rinascimentali capaci di straordinarie prodezze che lasciavano il pubblico a bocca aperta. Tra questi ricordiamo Pietro da Ravenna.

“L’artista mnemonista recitava dinanzi al pubblico un elenco molto lungo di parole, a partire dall’inizio fino alla fine e viceversa o da qualsiasi altro punto dell’elenco fino all’inizio o alla fine”. Ma come faceva? L’artista associava alle cose da ricordare delle immagini in modo da poter “costruire” una storia che, una volta ripercorsa, avrebbe permesso ai ricordi di riaffiorare.

Provate anche voi ad inventare una storia con cui ricordare un elenco di parole, oggetti o numeri. Più interessante ed appassionante è la storia, più semplice ed immediato sarà l’atto di ricordare.

Importante è cercare di costruire una catena logica e coerente che permetta di avere a disposizione una sorta di filo d’Arianna con cui uscire da quel labirinto che possono essere le numerose informazioni memorizzate.

Altra tecnica particolarmente produttiva consiste nel costruire delle “mappe concettuali”, cioè degli schemi per evidenziare i concetti principali ponendo l’attenzione sulle relazioni logiche intercorrenti tra loro.

Associare persone, eventi, numeri a sensazioni, odori e suoni può essere un ulteriore aiuto nel processo di memorizzazione e rievocazione dei ricordi. Quante volte infatti un profumo ci riporta al passato, magari proprio all’infanzia o ad un altro momento della nostra vita.

Tuttavia interessarsi a quello che si fa è sicuramente la tecnica migliore per memorizzare. Una prova? Osservate gli studenti impegnati a fare i compiti. Possono impiegare anche moltissime ore per imparare un concetto per loro noioso ma ripetere dopo pochi istanti e senza problemi le parole di una canzone che a loro piace.

Tutti possiamo diventare dei campioni della memoria. Basta adottare la tecnica più congeniale alla nostra persona ed impegnarsi.

Per approfondimenti e curiosità:

Maria Domenica Depalo, “Il problema della memoria. Aspetti filosofici e scientifici” (I ediz./ da questa edizione ho tratto le parti in grassetto)

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/storia-e-filosofia/105229/il-problema-della-memoria/

https://www.matteosalvo.com/2018-sesta-edizione-del-campionato-italiano-di-memoria/

Paolo Rossi, La Memoria, Articoli, http://www.emsf.rai.it/articoli/articoli.asp?d=38, p. 3 di 5

N. B. Sto lavorando alla seconda edizione di “Il problema della memoria. Aspetti filosofici e scientifici” .

Maria Domenica Depalo

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51 pensieri su “Campioni della memoria

  1. La mia memoria ha iniziato a perdere colpi negli ultimi tempi. Temo proprio sia colpa degli smartphone: appunto sempre tutto e poi arriva comodamente la notifica al momento opportuno, ma ho smesso di allenare il cervello 😉
    Ho trovato l’articolo molto interessante: non conoscevo il “campionato di memoria”, ma la parte più affascinante è quella nella quale parli della tecnica associativa usata dai mnemonisti rinascimentali.
    Ciao,
    Maurizio.

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    • In effetti i mnemonisti sono stati personaggi straordinari, capaci di prodezze che io personalmente posso solo sognare di realizzare.

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  2. L’iniziativa è pregevole, non solo per se stessa, ma perché promuove e mette l’accento sull’allenamento alla memoria e all’elasticità mnemonica. forse non diventeremo tutti atleti della mente, ma può sensibilizzare tutte e tutti all’importanza di esercitarla.

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  3. la memoria è anche genetica lo vedo io .. che a 40 anni sembra che ho l’alzheimer precoce mentre mio marito ne ha 60 ricorda quello che faceva a due anni. Lo vedo nella figlia maggiore che ha 18 anni e.. viaggia come me a memoria e nella figlia di 5 che si ricorda tutto e di più… forse lei un giorno parteciperà a questi campionati perché sorprende così tanto che è imbarazzante dover dire si mi ricordo a cose che non sembrano fatti reali e invece lo sono

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  4. Un articolo davvero molto interessante, io ho una memoria strana, di quando ero piccola per esempio non ricordo quasi niente ma alle volte basta un luogo o un odore che mi vengono in mente molte cose..

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  5. Io non potrei partecipare, ho la memoria di un pesce rosso! Capisco che sulla memoria sia importante lavorare. Credo che tutti potremmo fare esercizi e così facendo avremmo dei miglioramenti!

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  6. Non sapevo di questo campionato di memoria, un iniziativa molto interessante. Sono interessanti anche, gli esercizi. Leggendoli mi é venuto in mete, che un esercizio faccio quasi quotidianamente quando faccio la lista della spesa: prendo un foglio e comincio a scrivere: latte, pane ecc.. e ripeto la lista da capo ogni vota che aggiungo qualcosa, che quando arrivo al supermercato non mi serve più il foglio.

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  7. Non conoscevo questo campionato. Io mi ricordo bene tutte le serate dove mi sono divertita, so quando sono state, dove, che vestito indossavo e chi c’era. Mi ricordo anche bene di situazioni spiacevoli della mia infanzia. Mi ricordo ogni cosa dei miei viaggi, anche da bambina, so cosa devo fare domani e a che ora. Non mi ricordo i nomi delle persone, a volte pure loro (uomini) soprattutto se non mi hanno impressionato..

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