Non è obbligatorio rispondere a tutti

«Non è obbligatorio rispondere a tutti, non è obbligatorio parlare con chiunque, non è obbligatorio lasciarsi trascinare in conversazioni brutte.
Quando hai davanti un idiota, ricordati di fare una cosa: respira.
Ricordati chi sei, da dove vieni, dove stai andando.
Ricordati di respirare quando la vita corre, quando hai fretta, quando gli spazi intorno sembrano diventare stretti.
Respira prima di parlare, che le parole hanno un gran bisogno di aria pulita.
E soprattutto concediti un lusso che oggi conoscono in pochi: il lusso del silenzio».

Roberto Vecchioni

Spesso siamo costretti a relazionarci con persone con le quali sembra che non abbiamo nulla a che fare; individui che ci portano a confronti infruttuosi ed inutili, indirizzandoci verso strade e percorsi lontani dal nostro modo di essere e di esistere.

Ma è proprio necessario parlare con queste persone? Sarebbe bello se fosse possibile evitarle. Tuttavia non sempre si può: allora respiriamo in modo che ognuno possa far proprio quel respiro universale che non è soltanto l’aria ma è il nostro stesso soffio vitale.

Il nostro obbligo verso il prossimo divenga un battito di ali e non tempesta pronta a fagocitarci.

Ricordiamoci che le parole sono preziose e che  il blaterare asettico e frivolo non corrisponde all’autentico parlare ma solo a sprecare fiato. Ignoriamo questa forma di parlato.

Ricordiamoci di affiancare ad ogni lettera quel silenzio prezioso che è riflessione oltre che scoperta e riscoperta del sé.

Maria Domenica Depalo

L’inganno dell’adulatore

L’inganno dell’adulatore

Non c’è niente di più ignobile di un adulatore. Perché? Perché davanti a lui si è indifesi. Non si può accondiscendere senza essere ridicoli a ciò che blatera in vostro favore, ma non si può nemmeno redarguirlo e voltargli le spalle. Ci si comporta scioccamente come se si fosse contenti delle sue esagerazioni. Lui crede di avervi messo nel sacco, e assapora la sua vittoria senza che possiate disingannarlo. Che cosa ignobile!

EMIL CIORAN, Quaderni, 1957/72 (postumo).

Le parole di Cioran ci inducono a riflettere sull’inganno dell’adulazione. Quanto pesano sulla nostra individualità quelle parole che nascono solo per prenderci in giro, parole vacue perché adornate di un significanza vuota e falsa?

Vi è mai capitato di imbattervi in una persona che ha cercato di “comprarvi” con falsi complimenti?

Come vi relazionate con gli adulatori? Quanto vi influenzano?

Link:

https://www.libriantichionline.com/divagazioni/emil_cioran_ignobile_adulatore

L’amicizia spiegata da Seneca

L’AMICIZIA SPIEGATA DA SENECA


Chi è diventato amico per convenienza, per convenienza finirà di esserlo. Chi si è procurato un amico perché lo aiutasse nella malasorte: non appena ci sarà rumore di catene, costui sparirà. Sono le amicizie cosiddette opportunistiche: un’amicizia fatta per interesse sarà gradita finché sarà utile.
Così se uno ha successo, lo circonda una folla di amici, mentre rimane solo se cade in disgrazia: gli amici fuggono al momento della prova; per questo ci sono tanti esempi infami di persone che abbandonano l’amico per paura, e di altre che per paura lo tradiscono.
L’amicizia invece somiglia un po’ all’amore. Si ama forse per denaro? Per ambizione o per desiderio di gloria? L’amore di per sé trascura tutto il resto e accende negli animi un desiderio di bellezza e la speranza di un mutuo affetto. Ma come ci si accosta ad essa? Come a un sentimento bellissimo, non per lucro, né per timore dell’instabilità della sorte; se uno stringe amicizia per opportunismo le toglie la sua grandezza.

Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio

Cos’è un amico? Un semplice compagno di giochi per i bambini o di bevute e follie per chi è adulto oppure non solo un compagno di giochi, bevute e follie ma qualcosa di più?

da pixabay.com

Quante volte un amico ci ha letteralmente salvato la vita ascoltando le nostre ansie, paure, ossessioni e sogni abbracciandoci o bacchettandoci.

Che valore diamo all’amicizia? Transeunte e temporaneo oppure stabile e definitivo? Siamo mai stati amici per opportunismo e convenienza? I nostri rapporti sono sempre stati improntati sulla limpidezza, onestà e trasparenza?

Riflettiamo un attimo sulle parole di Seneca e domandiamoci se il valore che attribuiamo alle persone che definiamo amiche sia specchio del valore che noi diamo a noi stessi.

Ma soprattutto il valore che attribuiamo a chi ci circonda è legato al grado di amicizia che si viene ad instaurare? È qualcosa che può prescindere da esso?

Maria Domenica Depalo

La letteratura ed i libri salvano sempre.

Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge.
E alle superiori i ragazzi vanno lasciati andare a scuola senza protezioni, lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in età adulta.
E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio. E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? E’ folle.
Guardiamo sui treni: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare. Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”.

Umberto Galimberti

Le parole evidentemente provocatorie di Umberto Galimberti ci portano a riflettere su una serie di aspetti come ad esempio il ruolo dei genitori nella scuola. Indubitabile e fondamentale, la loro presenza talvolta sembra stridere nel momento in cui il docente svolge una funzione che viene interpretata come punitiva ma che in realtà si configura come educativa. I ragazzi devono avere l’opportunità di crescere, commettere errori e maturare ma soprattutto di diventare adulti consapevoli.

A colpirmi particolarmente è questo passaggio “a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio”.

Appare evidente come Galimberti si scagli contro l’imperare delle tecnologie e di una digitalizzazione che sembra prendere sempre più piede a discapito di una dimensione, quale quella umana, di cui spesso si fanno portavoce i libri.

D’altronde essi aiutano a sviluppare una coscienza e, con le parole, a formulare i pensieri. E non è una cosa scontata.

Voi cosa ne pensate?

Maria Domenica Depalo

I poveri di oggi

I poveri di oggi (e cioè coloro che costituiscono un “problema” per gli altri) sono prima di tutto e soprattutto dei “non consumatori”, più che dei “disoccupati”. Essi vengono definiti innanzi tutto dal fatto di essere consumatori difettosi: infatti, il più basilare dei doveri sociali cui vengono meno è il dovere di essere acquirenti attivi ed efficaci dei beni e servizi offerti dal mercato. […]

Il consumatore “difettoso”, chi dispone di risorse troppo scarse per rispondere adeguatamente all’appello, o più esattamente ai richiami seduttivi dei mercati, è gente di cui la società dei consumatori “non ha bisogno”; se non ci fosse, la società dei consumatori ne guadagnerebbe. […]

La società dei consumatori cresce rigogliosa finché riesce a rendere perpetua la non-soddisfazione dei suoi membri, e dunque la loro infelicità, per usare il suo stesso termine. Il metodo esplicito per conseguire tale effetto consiste nel denigrare e svalutare i prodotti di consumo poco dopo averli portati alla ribalta nell’universo dei desideri dei consumatori.

ZYGMUNT BAUMAN, Consumo, dunque sono

Le parole di BAUMAN ci portano a riflettere sulla possibile suddivisione degli esseri umani tra “ricchi consumatori-fruitori” e “poveri non consumatori-difettosi” e su una possibile ed ulteriore biforcazione della categoria umana in “attivi e passivi” del processo economico.

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È evidente come suddividere gli individui in tal modo sia fortemente limitante oltre che fuorviante. Tuttavia sembra proprio che il contesto socioculturale dell’era postmoderna nel quale siamo inseriti sia caratterizzato da un modo di vedere che tende sempre più ad “escludere”. Anche e soprattutto da un punto di vista economico e, a partire da questo, da quello umano.

Ma è giusto considerare l’uomo solo come consumatore? Cosa c’è dietro questa categorizzazione? Dietro c’è l’individuo con le sue prerogative, sogni, progetti ma anche delusioni, fallimenti e aspettative disattese.

https://pixabay.com/it/photos/depressione-uomo-rabbia-tristezza-2912404/
https://pixabay.com/

L’impossibilità di fruire di un bene materiale può essere causa di frustrazione oltre che di emarginazione in una società nella quale il possesso diviene manifestazione di uno status che in realtà non è benessere ma può essere anche solo manifestazione di vacuità.

Domandiamoci quindi anche quale visione di noi stessi possa produrre questo modo di “subire” un consumismo che, per quanto fondamentale per una buona salute dell’economia, in realtà può divenire cartina tornasole di un disagio che non può più restare celato ma diventa ogni giorno più importante.

https://pixabay.com

Questo perché le differenze sembrano avere sempre più peso e vanno a determinare il proprio sé ed il rapporto con gli altri.

Cosa ne pensate?

Maria Domenica Depalo

Link:

https://fuoritempofuoriluogo.com/2019/01/09/empatia-lio-come-laltro/

Tik Tok ai tempi della scuola

Tik Tok ai tempi della scuola


Volete migliorare il vostro inglese? Avete bisogno di un ripasso di latino e greco o di fisica? Volete imparare l’arabo? Allora i social fanno proprio per voi.


Premesso che niente e nessuno potrà mai sostituire la “buona” scuola ed un manuale, tuttavia a salire alla ribalta ultimamente in tal senso è proprio uno dei social più noti e discussi, cioè Tik Tok.

Sandro Marenco, Vincenzo Schettino e Norma di Norma’s teaching sono soltanto alcuni degli influencer più noti che sono riusciti a trasformare questa piattaforma in una realtà divertente e coinvolgente anche da un punto di vista didattico.

Parliamo di Tiktoker o “content-creator” ma soprattutto di insegnanti in grado di trasmettere non solo informazioni e nozioni utili ma soprattutto la passione per la propria disciplina.
In che modo? Attraverso la chiarezza e la semplicità.

Photo by Black ice on Pexels.com


Non è da tutti infatti spiegare la “frequenza” delle onde facendo riferimento alla musica, come fa Schettini oppure proporre delle canzoni di Adele o dei Queen per migliorare l’inglese.

Da insegnante (o aspirante tale visto l’andazzo nel nostro belpaese tra crediti e varie), non posso non sentirmi coinvolta da questo modo nuovo di insegnare e di approcciarsi ad una platea di studenti di età diverse, con un proprio background culturale ma tutti accumunati dal desiderio di imparare e conoscere.

Photo by ThisIsEngineering on Pexels.com


Per quanto mi riguarda, ho iniziato ad studiare spagnolo e arabo grazie a Egness e a Maha Yacoub (sono ovviamente solo agli inizi) e ad approfondire alcuni temi legati alla storiografia e alla filosofia grazie a Matteo Saudino (deformazione professionale, la mia). Ovviamente non mi sono fermata qui.

Ultimamente mi sono appassionata anche alle lezioni di fisica di Vincenzo Schettini, che io adoro. A colpirmi in primis la sua umanità e la sua empatia e poi il suo modo semplice e diretto di spiegare concetti altrimenti ostici, facendo riferimento alla realtà quotidiana ed usando un linguaggio immediato.

Insomma un uso diverso, attento e decisamente più intelligente dei social che da contenitori vacui possono assumere l’aspetto e la sostanza di contenitori ricchi di senso.
Voi cosa ne pensate?


Intanto allego alcuni link che potrebbero tornarvi utili.


https://www.tiktok.com/@normasteaching?_t=8eCr6Uuhbfm&_r=1


https://www.tiktok.com/@lafisicachecipiace?_t=8eCrCSa908p&_r=1


https://www.tiktok.com/@barbasophia?_t=8eCrGZkxfcR&_r=1


Maria Domenica Depalo


I love Lego

If you have played with Legos at least once in your life, you can’t lose the incredible opportunity to visit “I Love Lego”.

Yes, precisely. I’m talking about those plastic bricks with which many enthusiasts of all ages have built castles, houses or boats over time.

pixabay.com

Friends, we have time until the 19th March 2023 to spend our time in Bari, marvellous city in South Italy and to discover its centre and the Murat Space where you can find this exhibition. Thanks to “I love Lego” we will be able to admire “castles inspired by the epic medieval battles and scenes of the Second World War; the contemporary city with its skyscrapers, the historic center, the recreational areas and the railway stations, and the glimpses of the streets of the historic center of typical Bavarian villages; the reproduction of a Christmas landscape full of surprises” (cited from. https://www.finestresullarte.info/mostre/spazio-murat-bari-i-love-lego).

pixabay.com

It will also be possible to get lost among fictional settings and characters such as Harry Potter or Darth Vader as well as among the reproductions of works of art such as the Mona Lisa and some works by the Mexican artist Frida Kahlo.

You can find those photos in pixabay.com

All that remains is to catapult ourselves into the Murat Space from Tuesday to Sunday from 10 to 20 and get lost in the imagination and passion among colored bricks and dreams to be built.

Good fun!

Links:

https://fuoritempofuoriluogo.com/?p=4134

https://spaziomurat.it

https://www.ansa.it/puglia/notizie/2022/12/09/i-love-lego-apre-a-bari-in-mostra-i-famosi-mattoncini_3f4fbdb7-ab48-4df2-9a9a-31ad7997f66f.html

https://www.finestresullarte.info/mostre/spazio-murat-bari-i-love-lego

Maria Domenica Depalo

Il tempo e l’amore

Abbiamo deciso di celebrare la giornata dedicata all’amore con un componimento scritto da Luigi Pirandello. Nella loro essenzialità, le sue parole mostrano il carattere ineffabile ma al contempo inafferrabile di un sentimento quale l’amore che supera il tempo pur essendovi legato. Il tempo potrebbe anche svanire ma l’amore vero ed essenziale mai.

Photo by Karolina Grabowska on Pexels.com

Il tempo e l’amore

E l’amore guardò il tempo e rise,

perché sapeva di non averne bisogno.

Finse di morire per un giorno,

e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare.

Si addormentò in un angolo di cuore

per un tempo che non esisteva.

Fuggì senza allontanarsi,

ritornò senza essere partito,

il tempo moriva e lui restava.

Luigi Pirandello

La bellezza silenziosa

La bellezza silenziosa

Sono giorni difficili e non c’è spazio per parole o pensieri superflui. Possiamo solo osservare la bellezza silenziosa dei luoghi e perderci nel loro ricordo in attesa di poterne di nuovo godere appieno.

“La bellezza è fatta di delicati sussurri parla dentro al nostro spirito la sua voce cede ai nostri silenzi come una fievole luce che trema per paura dell’ombra”. (cit. Kahlil Gibran)

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Giovinazzo prima del coronavirus
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photosby©MariaDomenicaDepalo

Fuga dal museo

Fuga dal museo 

Cosa perdereste se improvvisamente, mentre curiosate tra le bancarelle del mercato, vedeste uno scooter sfrecciare velocemente?
Sicuramente questo vi indispettirebbe non poco. Ma se il passeggero dello scooter fosse Atlante? Sì, proprio il Titano che porta sulle spalle il globo terrestre in tutta la sua maestosità. Che fareste?

E se, mentre passeggiate tra le vie di Napoli, scorgeste Afrodite parlare con un cagnolino?

Ovviamente non avete le allucinazioni e non si tratta neppure dell’effetto della tavola d’oro del faraone Ahkmenrah che, nella trilogia “Una notte al Museo”, dà vita alle statue in marmo e agli scheletri dei dinosauri.

Si tratta invece del progetto fotografico “Fuga dal museo” di Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla che, attraverso dei fotomontaggi “sui generis”, hanno deciso di introdurre nella realtà quotidiana partenopea le statue del Mann, il museo archeologico di Napoli.

I due fotografi lavorano su questo: dare un respiro nuovo ad opere “stanche” di essere solo ammirate nella loro fissità e quindi desiderose di vivere la vita di ognuno di noi, se pur solo al modo della pellicola fotografica. 

Lasciatevi sorprendere quindi da queste immagini così straordinarie nel loro realismo ma allo stesso tempo ancora così armoniosamente preziose nonostante la surrealità di alcune situazioni.

Non perdete l’occasione di visitare la mostra “Fuga dal museo”, a Napoli.
Avete tempo fino al 24 febbraio 2020.

Riferimenti:

“Open Museum. Statue in fuga al Mann di Napoli” di Sandra Gesualdi presente in “La Freccia. Per chi ama viaggiare” anno XII numero 1, gennaio 2020

https://www.artribune.com/arti-visive/fotografia/2019/11/le-statue-del-mann-a-spasso-per-la-citta-succede-nei-fotomontaggi-di-assisi-e-cipolla/

Maria Domenica Depalo