L’apprendimento

Il filosofo e studioso Umberto Galimberti spesso e volentieri si occupa di scuola ma soprattutto di apprendimento, sottolineando come “imparare” non possa essere identificato solo con il mero atto di acquisire passivamente nozioni, dati e numeri.

È necessario quindi riflettere sulla consapevolezza della necessità di un legame ineluttabile e stretto tra apprendimento e passione. Infatti se ci si appassiona alla materia, si impara meglio ma soprattutto si fanno proprie quelle nozioni che saranno utili non soltanto ai fini di una buona e felice carriera scolastica ma soprattutto ad un’evoluzione personale ed individuale importante e preziosa.

fonte: pixabay.com

Un ruolo importante a tal proposito va svolto proprio dagli insegnanti che devono essere in grado di incuriosire e di coinvolgere attivamente gli studenti nel processo formativo e apprenditivo. Solo chi riesce ad appassionare infatti, riesce ad insegnare. Proprio per questo ho deciso di pubblicare alcune parole proprio di Galimberti e legate a questo tema.

Sono sicura che non potranno che indurre a riflessioni attente ed oculate.

fonte: pixabay.com

𝐋’𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, lo dice Platone, 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐯𝐢𝐚 𝐞𝐫𝐨𝐭𝐢𝐜𝐚. Noi stessi abbiamo studiato volentieri le materie dei professori di cui eravamo innamorati e abbiamo tralasciato quelli di cui non avevamo alcun interesse.
A scuola è importante saper appassionare perché gli adolescenti vivono l’età per cui l’unica cosa che conta è l’amore, e se gli adolescenti si occupano dell’amore bisogna andare là a cercarli. 𝐀𝐭𝐭𝐢𝐫𝐚𝐫𝐥𝐢 𝐚 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐛𝐫𝐞𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐨𝐢 𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐞. Se invece si scarta la dimensione emotiva, sentimentale, affettiva allora non si arriva neppure alle loro teste.
(Cit. di Umberto Galimberti)

Maria Domenica Depalo

Studiate.

Tempo fa mi sono imbattuta in queste parole che, a mio parere, sono adattabilissime e perfette per i nostri ragazzi che pian piano stanno tornando a scuola e alla realtà dello studio proprio in questi giorni. Ragazzi, ma anche genitori, fate tesoro di questi versi: essi esprimono appieno il senso e la finalità primaria dell’apprendimento. Buona scuola e buono studio!

fonte: pixabay.com

Studiate.


Studiate.

Per amore del sapere, mai per i voti.
Perché sapere aiuta a essere.
E sapere tanto aiuta a essere tanto.
Studiate!
Perché la cultura rende liberi
e niente vale più della libertà.
Studiate!
Perché siamo le parole che conosciamo,
perché il pensiero crea la realtà.
Studiate!
Perché non conoscerete mai la noia
se amerete un libro, un paesaggio,
un quadro o la settimana enigmistica.
Studiate!
Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, i vostri punti deboli.
Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.
Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.
Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.
Studiate le lingue straniere, perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.
Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore o perché il battito accelera se vi innamorate è meraviglioso.
Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.
Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.
Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.
Studiate la musica, l’arte e la poesia!
Perché la bellezza è emozione e terapia.
Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole si celano energie potentissime.
Studiate!
Perché quando smetti di imparare smetti di vivere.
Studiate ciò che vi piace ma anche ciò che ora vi sembra inutile.
Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.
Studiate!
Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni.
Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere!
Studiate!
Senza temere di dimenticare qualcosa.
Perché i buchi di memoria servono a fare spazio.
Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.

Francesco De Sanctis (fonte della poesia facebook.com)

fonte: pixabay.com

How far is the moon?

How far is the moon?

Hi little philosophers,

today our philosophy lesson will be a little different than usual. In fact, I will ask you a question: how far is the moon? No, I don’t mean in terms of kilometers but in terms of imagination and dreams.

Have you ever imagined to travel in space and to reach the lunar soil taking a few steps? Actually we should say “jumps” and not steps because the lunar force of gravity is different than the earth one and you are so light that you can practically walk making small leaps.

Photo by Dom Le Roy on Pexels.com

What would you do on the moon? Who or what could you see but, above all, why all these strange questions? Simple. I would like to know how important your dreams are and how far you can go to make them come true.

Which is your closest dream and which is the most distant one? Can all dreams be achieved or is there someone who, once they have fled to the moon, cannot be captured? How far are your dreams from you? How far is the moon?

Photo by Rok Romih on Pexels.com

Maria Domenica Depalo

Ability and duty to choose: Søren Kierkegaard

Ability and duty to choose: Søren Kierkegaard

Little dear philosophers,

Have you ever had to choose between two or more equally attractive proposals, or have you ever thought what it would have been like if you had made one decision rather than another?

Making choices is part of our life: it gives us the opportunity to mature, evolve and become better. Choosing makes us conscientious and more aware of who we are, of our actions and their consequences for ourselves and others.

fonte: pixabay.com

If we didn’t choose what kind of human beings would we be? Certainly we aren’t tree trunks that are dragged by the water of a river: we are people with a reason that makes us different from others, that determines and that helps us to understand what to do.

fonte: pixabay.com

To talk about the ability and also the duty to choose was the Danish philosopher Søren Kierkegaard in his work “Aut-Aut” of 1843. In his interesting investigation, he starts from the idea that each of us can choose. However, the many possibilities before us can lead us incredibly to a state of distress precisely because we do not know what might be the right choice for us. But choosing is necessary: you have to decide between the various options the one that is right for you.

fonte: pixabay.com

How do you choose? Do you let yourself be guided by reason or by heart?

Maria Domenica Depalo

La capacità ed il dovere di scegliere: Søren Kierkegaard

La capacità ed il dovere di scegliere: Søren Kierkegaard

Cari piccoli filosofi,

Vi siete mai trovati nella situazione di dover scegliere tra due o più proposte tutte ugualmente accattivanti oppure vi è mai capitato di pensare come sarebbe stato se aveste preso una decisione piuttosto che un’altra?

Dover compiere delle scelte fa parte del percorso di vita di ognuno di noi: ci dà infatti la possibilità di maturare, di evolverci e di diventare migliori. Scegliere ci rende responsabili e maggiormente consapevoli di chi siamo, delle nostre azioni e delle loro conseguenze sulla nostra persona e sugli altri.

fonte: pixabay.com

Se noi non scegliessimo cosa ne sarebbe di noi come esseri umani? Non siamo di certo dei tronchi d’albero che vengono trascinati dalla corrente di un fiume: siamo persone senzienti, quindi con una ragione che ci distingue dagli altri, che ci determina e che ci aiuta a comprendere cosa fare.

fonte: pixabay.com

Ad occuparsi della capacità ma anche del dovere di scegliere fu il filosofo danese Søren Kierkegaard nella sua opera “Aut-Aut” del 1843. Nella sua interessante indagine, egli parte dall’idea che ognuno di noi può scegliere. Tuttavia le numerose possibilità che abbiamo dinanzi possono portarci incredibilmente ad uno stato di angoscia proprio perché non sappiamo quale potrebbe essere la scelta più giusta per noi. Scegliere però è necessario: bisogna saper decidere tra le varie opzioni quella più giusta per noi.

fonte: pixabay.com

Voi come scegliete? Vi fate guidare dalla ragione o dal cuore?

Maria Domenica Depalo

Friendship and Enmity according to Empedocle

Friendship and Enmity according to Empedocle

Welcome back little philosophers to our monthly space. Today we will start with two words that will guide our lesson: are you ready to start?
The terms in question will be Philia and Neikos. The first word corresponds to Friendship while the second to Enmity. Empedocle used them in his scientific and philosophical researches. Lived in the 5th century BC he was a philosopher, a doctor and a poet but above all he was an extremely curious man. Consider him a detective. Actually every philosopher should be considered this way.

Detective, Ricerca, Uomo, Ingrandimento, Inchiesta
http://www.pixabay.com


According to Empedocle, Philia and Neikos are the reasons of the union or the disjunction of the four roots of our world, namely air, earth, water and fire. Even birth and death would be closely linked to those two causes.

But let us try to understand better. What happens when you argue? Everyone tries to prevail over the other. So, this is what happens to our two principles: when Philia prevails, the roots of our world come together creating the reality in which we live while when Neikos prevails the roots move away and the creative process ends.

However, just as we fight, we are looking for a balance, an agreement that is good for all parties so friendship and enmity also seek a balance that satisfies both of them. Because if one succumbs the other succumbs too, because they are closely linked to each other.

Albero, Fiori, Prato, Tronco D'Albero, Luce Del Sole
http://www.pixabay.com

So, that’s all for now. See you next time, little wise kids.


Maria Domenica Depalo

Amicizia ed Inimicizia secondo Empedocle

Amicizia ed Inimicizia secondo Empedocle

Bentornati piccoli filosofi allo spazio mensile dedicato a voi. Oggi partiremo da due parole che fungeranno da guida proprio per la nostra lezione: siete pronti?

I termini in questione saranno Philia e Neikos. La prima parola corrisponde ad Amicizia mentre la seconda ad Inimicizia. Ad averle usate nelle proprie indagini scientifiche fu Empedocle. Vissuto nel V secolo a. C. egli fu filosofo, medico e poeta ma soprattutto fu un uomo estremamente curioso. Consideratelo un detective. Anzi, in realtà tutti i filosofi andrebbero considerati tali.

Detective, Ricerca, Uomo, Ingrandimento, Inchiesta
http://www.pixabay.com

Secondo Empedocle, Philia e Neikos sarebbero i principi alla base dell’unione o della disgiunzione delle quattro radici o archai del nostro mondo, cioè aria, terra, acqua e fuoco. Persino la nascita e la morte sarebbero strettamente legate a quelle due cause.

Ma cerchiamo di comprendere meglio questo aspetto. Cosa succede quando si litiga? Si tende a far prevalere le proprie ragioni prevaricando sull’altro. Ecco, questo è quello che succede ai nostri due principi: quando prevale Philia, le radici del nostro mondo si uniscono creando la realtà nella quale viviamo mentre invece quando prevale Neikos le radici si allontanano ed il processo creativo ha fine.

Albero, Fiori, Prato, Tronco D'Albero, Luce Del Sole
http://www.pixabay.com

Tuttavia, esattamente come quando si litiga, si cerca un punto di equilibrio, un accordo che vada bene per tutte le parti così anche Amicizia ed Inimicizia cercano un equilibrio che le soddisfi entrambe. Perché se soccombe una soccombe l’altra, essendo strettamente legate l’una all’altra.

Alla prossima, piccoli saggi.

Maria Domenica Depalo

Love according to Plato

Hello little thinkers and welcome back to our monthly appointment with the philosophical thought. Are you curious to discover the topic of February and to know the philosopher who will accompany us during our reflections? Good. So let’s start.

What month are we in? February. And February is the month of… Yes, exactly. This is the month of love. But what is love? Can you define it?

Photo by Ylanite Koppens on Pexels.com

We will try to give a definition of it through the help of one of the most interesting philosophers of the past. He spoke about it extensively in two of his works the Phaedrus and the Symposium.

We are talking about Plato. Member of a noble family, he was born in Athens around 428 a.C. Interested in politics and how to educate every person so to have a good citizen, he founded a school, the Academy, where he dedicated himself to his political and philosophical studies. He writes many dialogues and the main character of almost his writings was Socrates, an extraordinary man and thinker that we will talk about in the future.

Plato deals with politics, knowledge, body and spiritual reality but also love. In the Symposium he ideally invites each of us to attend a banquet precisely in the company of Socrates, but also that of the playwright Aristophanes and the tragic poet Agathone to talk about this topic.

Photo by Suvan Chowdhury on Pexels.com

Love is described as son of Penìa (poverty) and Pòros (richness). According to Plato, in fact, the man is “poor” because he misses something. That something is the Beauty that is far from us. To achieve it we are ready to overcome our limits and imperfections, approaching the true beauty and perfection that will allow us to “enrich ourselves”.

Love just does that: it helps us to lose our ugly sides and to become better and more beautiful. What do you think? How should love make each of us? And do you feel enriched or impoverished by it?

Photo by Nothing Ahead on Pexels.com

Maria Domenica Depalo

L’amore secondo Platone

Bentornati piccoli pensatori al nostro appuntamento mensile con la filosofia. Siete curiosi di scoprire l’argomento di febbraio e di conoscere il pensatore che ci accompagnerà durante le nostre riflessioni? Bene. Allora cominciamo.

In quale mese siamo? Febbraio. E Febbraio è il mese del…Sì, esatto. Questo è il mese dedicato all’amore. Ma cos’è l’amore? Sapreste definirlo?

Photo by Ylanite Koppens on Pexels.com

Noi cercheremo di formularne una definizione grazie anche all’aiuto di uno dei pensatori più interessanti della filosofia antica che ne ha parlato ampiamente in due delle sue numerose opere giunte fino a noi, cioè il Fedro ed il Simposio.

Cominciamo a conoscere il nome di questo pensatore. Si tratta di Platone. Di origine nobile, nasce ad Atene intorno al 428 a. C. Interessato di politica e di come educare ogni persona perché possa essere un bravo cittadino, fonda una scuola, l’Accademia, nella quale si dedica ai suoi studi politici e filosofici. Scrive tantissimi dialoghi ed il protagonista di quasi tutti i suoi scritti è Socrate, uomo e pensatore straordinario di cui però parleremo in futuro.

Platone si occupa di politica, di conoscenza, della realtà corporea e di quella spirituale ma anche di amore. Nel Simposio egli invita idealmente ognuno di noi a partecipare ad un banchetto proprio in compagnia di Socrate, ma anche di quella del commediografo Aristofane e del poeta tragico Agatone per parlare di questo argomento.

Photo by Suvan Chowdhury on Pexels.com

L’amore viene descritto come figlio di Penìa (povertà) e di Pòros (ricchezza). Secondo Platone infatti l’uomo sarebbe “povero” perché sente di essere privo qualcosa. Quel qualcosa è il bello che però è lontano da noi. E proprio per raggiungerlo siamo disposti a superare i nostri limiti e le nostre imperfezioni, avvicinandoci alla vera bellezza e perfezione che sono le uniche realtà che ci permetteranno di “arricchirci”.

L’amore fa proprio questo: ci permette liberarci delle nostre brutture e ci aiuta a diventare migliori e più belli. Voi cosa ne pensate? L’amore come dovrebbe rendere ognuno di noi? E voi vi sentite arricchiti o impoveriti da esso?

Photo by Nothing Ahead on Pexels.com

Maria Domenica Depalo

L’amicizia

Benvenuti bambini allo spazio dedicato a voi e ai vostri quesiti, pensieri, idee e riflessioni filosofiche. Da oggi, miei piccoli filosofi, ricominciamo un percorso interrotto qualche tempo fa e lo facciamo con un argomento che riguarda tutti noi da vicino: l’amicizia. Da bravi pensatori non ci accontentiamo dell’ovvio ma, da detective quali siamo, indaghiamo cercando di scoprire le ragioni e le cause di qualsiasi fenomeno, da quello più banale a quello più complesso: d’altronde filosofia vuol dire proprio amore per il sapere e la conoscenza. Ecco perché ci occuperemo di questo argomento. Siete pronti a rispondere ad alcune domande ma soprattutto a rifletterci su?

Che valore date ai vostri amici e voi che tipo di amici siete?

http://www.pixabay.com

Moltissimi filosofi hanno già affrontato questo tema in passato. Uno di questi fu lo stagirita Aristotele (384 a.C. – 322 a.C) che ne parlò nell’opera Etica Nicomachea. Conosceremo meglio questo studioso in futuro quando parleremo di logica e di scienza. Per adesso sappiate che fu un appassionato di…. ogni cosa (era infatti un polimata) e quindi anche di amicizia.

http://www.pixabay.com

Fu proprio Aristotele a pronunciare un pensiero sul quale potremo indugiare un po’. Che ne dite? Egli afferma che Ci sono tre tipi di amicizia: amicizia basata sul piacere; amicizia basata sull’interesse; amicizia basata sulla bontà (cit. Arist). Quindi secondo lo stagirita, si può essere amici solo per gioco (quindi temporaneamente) oppure per interesse (se si vuole qualcosa dall’altra persona).

Tuttavia non sono proprio la fiducia, il rispetto e l’affetto le basi di una solida e vera amicizia, cioè di un’amicizia basata sulla bontà? Quindi vi chiedo: si diventa amici solo per divertirsi, per avere qualcosa in cambio oppure per affetto? E voi che amici siete?

Se vi va, rispondete alle mie domande e fatemi sapere cosa ne pensate.

http://www.pixabay.com

Maria Domenica Depalo