Love according to Plato

Hello little thinkers and welcome back to our monthly appointment with the philosophical thought. Are you curious to discover the topic of February and to know the philosopher who will accompany us during our reflections? Good. So let’s start.

What month are we in? February. And February is the month of… Yes, exactly. This is the month of love. But what is love? Can you define it?

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We will try to give a definition of it through the help of one of the most interesting philosophers of the past. He spoke about it extensively in two of his works the Phaedrus and the Symposium.

We are talking about Plato. Member of a noble family, he was born in Athens around 428 a.C. Interested in politics and how to educate every person so to have a good citizen, he founded a school, the Academy, where he dedicated himself to his political and philosophical studies. He writes many dialogues and the main character of almost his writings was Socrates, an extraordinary man and thinker that we will talk about in the future.

Plato deals with politics, knowledge, body and spiritual reality but also love. In the Symposium he ideally invites each of us to attend a banquet precisely in the company of Socrates, but also that of the playwright Aristophanes and the tragic poet Agathone to talk about this topic.

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Love is described as son of Penìa (poverty) and Pòros (richness). According to Plato, in fact, the man is “poor” because he misses something. That something is the Beauty that is far from us. To achieve it we are ready to overcome our limits and imperfections, approaching the true beauty and perfection that will allow us to “enrich ourselves”.

Love just does that: it helps us to lose our ugly sides and to become better and more beautiful. What do you think? How should love make each of us? And do you feel enriched or impoverished by it?

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Maria Domenica Depalo

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Tradimento: fine della coppia o nuovo inizio?

Tradimento: fine della coppia o nuovo inizio?

“Le cose non sono per sempre ma si modificano”, afferma la psicoterapeuta Maria Rita Parsi. Nonostante le migliori intenzioni e premesse, tutto infatti può cambiare. Ciò riguarda ovviamente anche la vita di coppia che può subire sconquassi inaspettati. Uno di questi è il tradimento. Ma quali sono le sue cause?

L’università del Queensland (Australia) avrebbe scovato il gene responsabile del tradimento. A tale gene sarebbero riconducibili “il 63% delle infedeltà maschili e il 40% di quelle femminili”(cit. da Focus, vedi giù). A farvi da contraltare vi sarebbe il gene per la vasopressina che invece garantirebbe la stabilità ed il mantenimento della coppia.

il bacio

“Il bacio” di Carolus Duran

Quindi l’infedeltà sarebbe colpa del nostro DNA, del predominare di un gene su un altro? Ovviamente no. Non solo. L’ambiente in cui viviamo ed interagiamo con il prossimo, il carattere e la propria natura potrebbero contribuire ulteriormente a spiegare questa tendenza a superare il limite.

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Innamoramento e amore: l’azione di Cupido.

Innamoramento e amore: l’azione di Cupido.

L’amore è una milizia: via di qui, o gente fiacca, ché le sue bandiere non impugni la mano di chi è vile! La notte, la tempesta, il lungo andare, il più crudo dolore, ogni fatica, attendono chi vuol questa battaglia!”, afferma Ovidio in L’arte d’amare, libro secondo, vv. 349 – 354.

Ben lungi dal voler riprendere il tono bellico di Ovidio, tuttavia non possiamo non leggere nelle sue parole e nei suoi versi lo sconquasso ed il terremoto emotivo al quale siamo sottoposti quando il dio Cupido colpisce con il suo dardo il nostro cuore.

A dire il vero, il primo organo ad essere colpito dal piccolo arciere dispettoso è il nostro cervello. Numerosi studi hanno evidenziato infatti un incremento del flusso sanguigno nelle aree cerebrali, la produzione della dopamina, cioè il neurotrasmettitore alla base del benessere, l’azione della noradrenalina, cioè l’ormone che fa battere il cuore e l’aumento dell’attività dell’ossitocina, altro neurotrasmettitore che però contribuisce allo sviluppo del senso del legame.

Sembrerebbe tutta una questione di chimica quindi? Forse. L’innamoramento fa bene al nostro cervello ma – per fortuna o per sfortuna – dura solo per alcuni mesi per poi trasformarsi in amore o dissolversi nel nulla.

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Ti ritrovo tutto intorno a me   

Ti ritrovo tutto intorno a me 

Cari amici filosofi, oggi parliamo d’amore e lo facciamo attraverso il mito dell’amore raccontato nel “Simposio” di Platone e l’ultimo film del regista messicano Guillermo del Toro, “la forma dell’acqua”.

Straordinariamente bello, romantico e visionario, questo film è la narrazione delicata di un amore che va oltre limiti, differenze ed ostacoli. È la storia di due solitudini che si incontrano e si salvano. Forse però non è un primo incontro ma un ritrovarsi vero e proprio.

Il mito greco afferma come all’inizio dei tempi non ci fossero uomini e donne ma creature perfette legate insieme per le spalle: uomini e donne insieme, uniti per sempre nel corpo e nell’anima. Zeus, temendo il loro crescente potere, separò questi esseri che da quel giorno continuano a cercarsi tentando di riunirsi per formare la propria unità perduta.

“Allora, come ho detto, eravamo una persona sola; ma adesso, per la nostra colpa, il dio ci ha separati in due persone […]  Ecco perché dobbiamo sempre esortare gli uomini al rispetto degli dei: non solo per fuggire quest’ultimo male, ma anche per ottenere le gioie dell’amore che ci promette Eros, nostra guida e nostro capo. A lui nessuno resista – perché chi resiste all’amore è inviso agli dei. Se diverremo amici di questo dio, se saremo in pace con lui, allora riusciremo a incontrare e a scoprire l’anima nostra metà, cosa che adesso capita a ben pochi”. cit. di Platone, Il Simposio (testo completo in  http://www.ilgiardinodeipensieri.eu/testi/simposio.html )

Il film mi ha riportato in mente questo mito proprio grazie alla profonda differenza dei protagonisti.

Ambientato nell’America del conflitto freddo ma minaccioso con la Russia, il film narra infatti la storia struggente ed intensa di una donna semplice e sola e di una creatura misteriosa.

Destinato a morte certa, il “mostro” risveglia la parte più sopita della protagonista portandola ad affrontare pericoli ed ostacoli inimmaginabili prima per la sua vita anonima.

Lo scenario cupo e a tratti inquietante  si anima di una rappresentazione ricca di particolari e colori, nonché di significati che vanno al di là di ciò che appare.

Sogno e realtà, magia e concretezza si mescolano armoniosamente dando vita ad uno spettacolo che nutre l’animo di chi l’osserva. Le due solitudini sembrano ricostituire quell’antica unità perduta e, proprio per questo motivo, così rara e preziosa.

Consiglio fortemente la visione di questo film, invitandovi ad una riflessione sulla potenza dell’amore che rende forte ciò che è fragile, unico ciò che è diviso.

“Incapace di percepire la tua forma, ti trovo tutto intorno a me, la tua presenza mi riempie degli occhi del tuo amore, il mio cuore diventa piccolo perché tu sei dappertutto”. (cit. tratta dal film)

Credete nell’amore? Credete anche voi che possa cambiare il destino?

Maria Domenica Depalo

 

 

Quesito numero cinquantacinque

Quesito numero cinquantacinque 

Care amiche ed amici della filosofia,

ho pensato di rendervi partecipi dei versi di Ada Luz Marquez,  talentuosa poetessa spagnola contemporanea, amante della natura nonché blogger. Ho scelto questi versi profondi e bellissimi perché sono un invito alla pazienza e all’attesa del bello.

Il bello è l’amore e questo è un  fiore che attende solo di sbocciare in noi e fuori di noi. Ha i suoi tempi che variano da persona a persona. Tuttavia non sempre ce ne ricordiamo ed impazienti gli giriamo intorno sperando che sbocci prima ma non serve. Dobbiamo solo attendere ed abbracciare il nostro personale inverno in attesa della primavera.

Cosa pensate delle attese?

“Non insistere
il fiore non sboccia
prima del giusto tempo.
Neanche se lo implori
neanche se provi ad aprire i suoi petali
neanche se lo inondi di sole.
La tua impazienza 
ti spinge a cercare la primavera
quando avresti solo bisogno di
abbracciare il tuo inverno.”
Ada Luz Márquez

Maria Domenica Depalo

 

 

Don’t insist

Do not insist

Dear philosophers,

I’d like to share with you the verses of Ada Luz Marquez, a talented contemporary Spanish poet, a lover of nature and a blogger. I have chosen these deep and beautiful verses because they are an invitation to patience.

We wait love but love is a flower that waits to blossom in us and outside us. It has its own times that vary from person to person. However, often we don’t remember this and impatient we turn around the flower hoping that it blooms earlier but sometimes we must only wait and embrace our personal winter waiting for spring.

What do you think about the waitings?

“Don’t insist
the flower doesn’t bloom
before the right time.
Not even if you beg for it
even if you try to open its petals
even if you flood it with sunshine.
Your impatience
pushes you to look for spring
when you just need to
embrace your winter. “
Ada Luz Márquez

Maria Domenica Depalo