Food and mood

Food and Mood

Per l’argomento di questo mese devo ringraziare un video della BBC che mi ha letteralmente ispirata. In questo video i due speaker parlano infatti del legame tra cibo (food) ed umore (mood) ed è proprio questo il tema dal quale partiremo per la nostra riflessione.

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In realtà già alla fine del diciannovesimo secolo gli studiosi William James e Carl Lange avevano ipotizzato un legame stretto ed imprescindibile tra il nostro cervello e le nostre viscere mostrando, se pur ancora in modo implicito, il legame tra emozioni forti ed intense, quali possono essere la rabbia e l’ansia ed il nostro apparato gastro-intestinale.

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Numerosi studi attuali sembrano confermare infatti questo strettissimo legame tra il nostro  benessere mentale ed il cibo che assumiamo tutti i giorni.
D’altronde noi non siamo organismi autotrofi, come le piante, e quindi per reperire l’energia che ci serve dobbiamo nutrirci. Tuttavia, cosa succede quando viene ad instaurarsi un legame sbagliato tra il nostro stato d’animo ed il cibo?

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Senza entrare nello specifico dei DCA (disturbi del comportamento alimentare), basti pensare a cosa succede quando siamo tristi, in ansia o persino fin troppo felici. Ci ritroviamo a mangiare fin troppo o addirittura nulla con importanti e spesso pericolose conseguenze sulla nostra salute.
Attenzione, ognuno di noi ha un comfort food e può capitare che talvolta ci si abbuffi per una delusione oppure che non si mangi per tristezza. Questo però non deve diventare un’abitudine ossessiva.

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Lo diventa però quando tutto questo sottintende un senso di smarrimento generale, un senso di vuoto e di inadeguatezza che va assolutamente colmato.
In che modo? Intanto guardandosi dentro ed imparando ad accettare le proprie fragilità e debolezze e rivolgendosi anche ad un professionista in casi più gravi.

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La consapevolezza di sé tuttavia è il primo passo per migliorare il proprio rapporto con ciò che si mangia e vivere al meglio la relazione tra il cibo, noi stessi e chi ci circonda.
Anche coltivare sogni e cercare stimoli nuovi può aiutare a sviluppare una relazione più sana tra il cibo e chi siamo.
Porsi degli obiettivi, guardare con maggiore ottimismo verso il futuro, non essere soli può influenzare ciò che sentiamo dentro e quindi, conseguentemente il nostro legame con il cibo.

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D’altronde osservare il modo in cui ci approcciamo ad esso e capire come ci sentiamo in quel momento può essere l’inizio di un nuovo modo di rivedere la nostra vita.
Maria Domenica Depalo
Per saperne di più:   https://www.menshealth.com/it/salute/benessere-psicofisico/a60801300/cibo-emozioni-relazione-alimentazione-umore/

https://www.fitosofia.com/cibo-umore-migliore/

https://fuoritempofuoriluogo.com/2019/09/09/il-cibo-come-strumento-di-relazione/

https://youtu.be/fG7dJ6A3l7w?si=JqO0i-iBVmM44VrF

4 pensieri su “Food and mood

  1. Hai trovato proprio un argomento molto interessante da trattare e mi permetto di darti la mia opinione.

    Sono convinta che “food” e “mood” vadano a braccetto: sono tra quelle persone che appena hanno un problema o vivono un periodo stressante tendono a non mangiare pensando “lo faccio più tardi”. Inutile parlare delle conseguenze, vero?

    Ecco, non prendetemi come esempio o al massimo prendetemi come un esempio negativo: il cibo è importante e va riservato il giusto tempo ai pasti principali.

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  2. Grazie mille per questo spunto di riflessione! Hai toccato un punto che sento molto vicino, perché credo che tutti, prima o poi, abbiamo usato il cibo per riempire un vuoto che non era fisico.

    Mi ha colpito molto il passaggio in cui parli del senso di smarrimento che si cerca di colmare. È la vera chiave, secondo me: l’atto del mangiare diventa un modo per distrarsi da qualcosa che ci manca dentro, un’abitudine che non risolve il problema, ma lo nasconde momentaneamente. La consapevolezza di sé è davvero il primo e più grande passo per liberarsi da questo circolo vizioso.

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  3. Penso sia uno di quegli argomenti di cui si potrebbe parlare per mesi! Dal fatto che quando ci si sente tristi, si cercano i dolci, a chi semplicemente sfoga rabbia o solitudine nel mangiare. Approfondirò volentieri!

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  4. Maria Domenica, hai toccato un punto fondamentale.

    Il cibo è il nostro specchio emotivo. La chiave sta proprio lì: nel trasformare il “comfort food” da una stampella a un segnale d’allarme.

    È un ottimo promemoria che il primo passo verso una dieta sana non è sulla bilancia, ma nella consapevolezza di sé. Grazie per questo stimolo a guardarci dentro.

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